Intervista ai Perpetual Fire, ci risponde il talentuoso chitarrista Steve Volta:
Siete appena usciti con un nuovo album in studio, potete presentarlo ai nostri lettori?
-Ciao Maurizio, innanzitutto grazie per questa opportunità di parlare del nuovo album dei Perpetual Fire il cui titolo è "Invisible". Ti dico subito che è un lavoro di metal melodico, con canzoni piuttosto dirette e che speriamo possano arrivare al cuore di chi lo ascolta. Abbiamo ben 13 canzoni nuove più tre bonus track. Penso sia un buon disco anche a livello di produzione, sicuramente un passo in avanti rispetto al primo lavoro "Endless World". Rispetto a quest'ultimo "Invisible" è più vario e un po' meno tirato. Sono sempre presenti dei pezzi piuttosto veloci ma anche ballads e mid-tempo. Abbiamo anche convocato una serie di cantanti per avere dei cori di maggior impatto. In linea generale mi ritengo soddisfatto di "Invisible" anche se sto' già pensando al nuovo lavoro. Una cosa molto importante è che l'album può essere scaricato gratuitamente dal nostro sito www.perpetualfire.net
Cosa vi ha spinti a scalvalcare l'industria discografica e quindi a diffondere il vostro disco su internet in modo tolamente gratuito?
-Semplicemente perché abbiamo ritenuto che questo era il miglior modo per fare uscire il disco. Purtroppo non abbiamo trovato una soluzione migliore... nel senso che la nostra non è una crociata contro le etichette discografiche ma è semplicemente il modo migliore a nostra disposizione in questo momento per fare ascoltare la musica dei Perpetual Fire. Insomma soldi non ne girano e le nuove generazioni sono sempre meno legate al classico supporto CD per cui abbiamo optato per questa soluzione.
Non ritieni che questa sia un'igiustizia nei confronti del vostro talento e quindi un modo per svendere la vostra arte?
-Potrebbe anche essere così se fossimo in un'altra realtà. Considerando come sta' andando l'intero comparto discografico non riteniamo sia un grosso problema nei confronti della nostra arte, anzi, probabilmete molte persone capiranno che noi suoniamo realmente con il cuore, al di là di interessi economici e cose simili. Questo non vuol dire che con il terzo disco rinunceremo a cercare un buon contratto ecc. Diciamo che al momento ci sentiamo di fare così e questo non ci crea nessun problema "etico".
A questo punto viene naturale chiedere una tua opinione sul music business?
-Domanda difficile... In fin dei conti non ce l'ho con il music business; c'è gente che lavora e vive con la musica ed è giusto che ci sia un ritorno economico in questo. Poi fa parte del "sogno" che si offre a chi ascolta. Una band per diventare grande deve far parte del business, nel bene e nel male fa parte del gioco. Dagli anni 50 ad oggi è sempre stato così anche se ora è sempre più difficile per tutti. I miti sono sempre di meno e tutto è dato per scontato. Quando ero teenager stavo ore incollato a VideoMusic sperando di vedere il video di una delle mie band preferite, ora vai su You Tube e il gioco è fatto... Sono cambiati un po' di meccanismi psicologici nell'ascoltatore, anche se fortunatamente il metal in generale penso sia in ottima forma anche ai nostri giorni.
Quali sono quindi secondo te le problematiche principali delle metal band italiane e come giudichi la scena metal italiana attuale?
-Molto dura. Forse proprio perché in Italia manca totalmente il music business. Per portare una band a livelli alti ci vogliono investimenti ed introiti, per fare dischi di ottima fattura ci vogliono soldi, per fare tour pure, mancano i manager con gli attributi ed è tutto troppo casalingo e fai da te. E' anche vero che ci sono ottimi gruppi, però non abbiamo ancora il know-how che hanno paesi come la Germania o la Scandinavia. Sad but true...
Steve, tu sei ormai un artista di spessore, fai parte in pianta stabile della band di Pino Scotto. Cosa ti ha più deluso a livello artistico nel tuo percorso di crescita?
-Ah ma io sono sempre deluso... eheh. Penso sempre: "Questo potevo farlo meglio... Sono un pirla e bevo troppo..." E' che dopo tutti questi anni di fatica a suonare e studiare uno è anche un po' stanco e non sempre si ha voglia di allenarsi o di cercare per forza l'ispirazione per comporre. Non esiste solo la musica nella vita. Per esempio io odio fare le prove con le varie band. E' così noioso! Poi in queste salette insonorizzate è tutto freddo... vuoi mettere un bel palco con l'impianto che spinge come un tornado e la gente che salta!! Così si gode! Per intenderci è come confrontare una cosa in solitario e fare l'amore... Tutto un altro coinvolgimento fare l'amore, no? Eheh. Si, posso affermare tranquillamente che provare in sala prove è come farsi una sega invece suonare dal vivo è come fare all'amore!
Parliamo ora del disco. Ci sono delle tematiche particolari che trattate nei vostri testi o vi ispirate alla quotidianità in genere? Che peso hanno di conseguenza i testi nella vostra musica?
-Per me i testi sono importantissimi, in fase di composizione saltano fuori da soli, senza preavviso. Nel senso che quello che mi viene in mente lo scrivo. E spesso ho in mente cose tristi. Tutto molto a feeling, sensazioni, esperienze, incazzature, delusioni, odio, amore, morte e donne. Soprattutto donne... C'è una curiosità relativa al testo di Invisible: quando lo scrissi nel 2005 mi ero immaginato la situazione raccontata nella canzone ignaro che anni dopo l'avrei vissuta in prima persona... Avrei preferito fosse rimasta un'immaginazione. La vita è così. A volte passiamo dei brutti periodi e ti sembra che tutto sia finito e non ci siano più speranze poi le cose migliorano e, anche se ne esci con un sacco di lividi, ricominci a vivere accantonando (ma non dimenticando) il passato. A volte ci vogliono giorni, mesi o addirittura anni ma quando ne esci ti senti più forte e pensi che non ti possa più accadere. Illusions... Nel periodo "buio" poi ne vanno di mezzo un po' tutti gli aspetti della tua vita e questo contribuisce al disfacimento totale della tua anima, ti lasci andare, fai un sacco di errori e metti addirittura a rischio la tua salute fisica e psichica. E abusi... di tutto ciò possa lenire il dolore... perdi lucidità e ti dimentichi delle persone che ti stanno accanto sinceramente. Più tenti di uscirne più sprofondi nell'abisso. Fino a che intravedi la luce, anzi un lumino che piano piano diventa luce. Ultimamente ho notato che diverse persone si sono riconosciute in questi testi. Mi fa piacere... non sono solo. Almeno in questo. In due o più si soffre meno, no?
Quali sono gli elementi della vostra musica che possono incuriosire un vostro potenziale ascoltatore e quali sono quindi le qualità principali del vostro nuovo album?
-Penso principalmente il senso di avvolgimento che può dare l'ascolto del nostro album. E' un rapporto a due. Tu e la musica.
Quanto tempo è stato necessario per registrare questo disco?
-Tanto... troppo. Pensa che la batteria l'abbiamo registrata a luglio del 2007. Avevo un concerto non so dove il giorno prima, poi io, Pino e gli altri siamo andati a fare il sound-check vicino a Novara. Dopo il check sono corso in studio, dove Marco Di Salvia aveva già montato la batteria. Abbiamo fatto i suoni e registrato Invisible (la canzone). Verso le 21 sono tornato vicino Novara per il concerto. Il giorno seguente abbiamo finito di registrare tutti gli 11 pezzi previsti. Poi tra l'autunno e l'inverno abbiamo ultimato le mie parti di chitarra, il basso di Mark Zampetti e le voci di Roby Beccalli. Vari coristi sono stati aggiunti in seguito e successivamente è iniziata la fase di mix e master. Quando si ha a disposizione uno studio senza limiti di tempo diventa molto difficile limitarsi e fare tutto in poco tempo. Spero che per il prossimo disco ci sarà la possibilità di andare in uno studio esterno, vorrei concentrarmi solo sulla parte artistica delle registrazioni e lasciare a qualcun'altro l'aspetto tecnico. Tra l'altro con l'inserimento del nuovo batterista, che si chiama Cisco, sono finalmente tranquillo e posso contare su una buona formazione. Cisco suona molto bene ed è un'ottima persona, tutto ciò contribuirà non poco alla stesura ed alla realizzazione del prossimo album.
Quale è il brano di questo nuovo disco al quale vi sentite particolarmente legati sia da un punto di vista tecnico che emozionale?
-I miei brani preferiti ci sono: Invisible, Kissing the Shadows, Lost Forever, Say Goodbye, Cold Rain. Comunque a parte un paio di canzoni mi piacciono tutte. Ti dirò, sono appena tornato dalla Sicilia per una settimana di vacanza ed è stato un piacere riascoltare il disco col mio amico Francesco per la SS113 e percorrere le curve della suddetta litoranea, tra Pollina e Cefalù, a suon di Perpetual Fire! Invece dal punto di vista tecnico non saprei cosa dirti, magari quando faremo dei concerti ci saranno brani più o meno divertenti da suonare sul palco ma per ora non mi sono mai posto il problema.
Quali sono le vostre mosse future? Potete anticiparci qualcosa? Per farla breve quale sarà il futuro della vostra band?
-Beh speriamo di fare qualche concerto innanzitutto! Poi nuove canzoni e nuovo disco. Spero già per il prossimo anno ma è difficile dirlo ora. Ti confesso che intorno allo scorso maggio stavo per accantonare il progetto Perpetual Fire. Il quel periodo vedevo tutto in modo strano...
Internet vi ha danneggiato o vi ha dato una mano come band?
-Al momento posso dire che ci sta' dando un grosso aiuto. Anche se il linea generale è stato un mezzo che ha fatto molti danni per quanto riguarda la discografia. Ma queste cose le sanno tutti ormai...
Il genere che suonate quanto valorizza il vostro talento di musicisti?
-Credo che ci valorizzi molto semplicemente perché facciamo quello che ci piace.
Siamo arrivati alla conclusione. Vi va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?
-Certo! Scaricate il nostro secondo album! Basta andare sul sito www.perpetualfire.net e il gioco è fatto! C'è anche un bel booklet su PDF con testi e foto. E se apprezzate la nostra musica fatecelo sapere! Siamo animali curiosi, oltre che notturni....
Intervista a cura di Maurizio Mazzarella
Nessun commento:
Posta un commento