Attivi dai primissimi anni novanta, con "Evangelion", i polacchi Behemoth giungono alla pubblicazione del proprio nono album in studio, facendo ritorno sul mercato discografico a due anni di distanza dal precedente "The Apostasy". Musicalmente, lo stile dei Behemoth è rimasto immutato, con un mix ben modulato tra black metal e death metal, con una ovvia maggiore propensione per il primo genere. Piacciono dei Behemoth la personalità, le buone doti tecniche e compositive ed una notevole maturità che li porta ad essere padroni assoluti della musica prodotta. Piace ancora di più, la capacità di innovarsi ed evolversi mantenendo una grande coerenza artistica e questo li porta a creare lavori eccellenti che gli consentono di migliorare ulteriormente come musicisti. Detto questo, l'album è molto buono, vede la band eseguire in modo egregio il proprio compito e questo basta in un certo senso, anche se per le capacità evidenti dei Behemoth, in alcuni frangenti può essere anche lecito attendersi di più. Per farla breve, "Evangelion" non è un capolavoro, ma è senza dubbio un grandissimo disco, che conferma lo spessore artistico di questa band. Passando all'album, la partenza è affidata a "Daimonos", un pezzo che parte in modo armonico per poi svilupparsi in un vortice di rabbia, malvagità e brutalità, senza usufruire di eccessivi spunti tecnici di particolare interesse, ma con il solo obiettivo di esprimere tutta la componente violenta della musica dei Behemoth, "Shemhamforash" a seguire, giova di una rapidità di esecuzione assolutamente incredibile e si adagia su una struttura pressoché perfetta, "Ov Fire And The Void" invece, vede Adam "Nergal" Darski e compagni lasciare leggermente l'accelleratore, dando più spazio all'intensità, rimarcando una eccellente modulazione delle chitarre. Con "Transmigrating Beyond Realms Ov Amenti", è la sezione ritmica a ritagliarsi un ruolo d'assoluta protagonista grazie alla sua prestazione massacrante ed ultra aggressiva, "He Who Breeds Pestilence" denota un sound all'avanguardia e da un punto di vista qualitativo, risulta il brano più estremo del disco in senso assoluto, mentre in "The Seed Ov I", i Behemoth recuperano uno stile più tradizionale, ma sempre efficace ed incisivo. Nella parte finale del disco, "Alas, Lord Is Upon Me" spiazza per la propria versatilità e per il proprio stile variegato, dove viene allo scoperto un ambiguo gusto per la melodia e per i tecnicismi, "Defiling Morality Ov Black God" è un pezzo immediato di breve durata dall'impatto notevole, con un sound compatto, granitico e impenetrabile, la conclusiva "Lucifer" infine, racchiude l'essenza della musica dei Behemoth, mostra una cura impeccabile degli arrangiamenti e sintetizza nel complesso i contenuti di un disco che i fan della band e del settore adoreranno alla follia.
Line-up:
Adam "Nergal" Darski - Vocals, Guitars
Zbigniew Robert "Inferno" Prominski - Drums, Percussion
Tomasz "Orion" Wróblewski - Bass
Voto: 7/10
Maurizio Mazzarella
Line-up:
Adam "Nergal" Darski - Vocals, Guitars
Zbigniew Robert "Inferno" Prominski - Drums, Percussion
Tomasz "Orion" Wróblewski - Bass
Voto: 7/10
Maurizio Mazzarella
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