Ansa News

domenica 2 agosto 2009

ARTILLERY - When Death Comes


Attivi dal 1982 e provenienti dalla Danimarca, gli Artillery giungono con questo nuovo "When Death Comes", edito per l'etichetta polacca Metal Mind, alla publicazione del proprio quinto album in studio, facendo ritorno sul mercato discografico con un prodotto di soli inediti a dieci anni dal pregevole "B.A.C.K.". Musicalmente, gli Artillery suonano un thrash metal molto tecnico fortmente ispirtao alla scena degli anni ottanta, con una particolare strizzata d'occhio alle band della Bay Area, come Metallica, Testament, Megadeth, Anthrax e via discorrendo. Detto questo, "When Death Comes" è un album assoltamente stupendo, magnifico, impeccabile da ogni punto di vista e dimensione, prodotto in modo pressoché perfetto e suonato in maniera più che eccellente, con l'ulteriore capacità di rimarcare in ogni nota ed in ogni episodio, le straordinare doti tecniche e compositive dei singoli componenti della band. Il disco scorre fluido e si fa sempre apprezzare, impossibile non restare coinvolti dalle note di "When Death Comes", un disco che se fosse uscito negli anni ottanta avrebbe raccolto gli stessi riscontri di autentiche opere d'arte del settore come "Ride The Lighting", "The Legacy" o "Rust In Peace". Passando al disco nel dettaglio, si parte con "When Death Comes", ovvero la title-track, un pezzo dotato di una potenza inaudita, martellante ed energico, impostato su un muro sonoro impenetrabile e supportato da chitarre granitiche e compatte, "Upon My Cross I Crawl" a seguire, è un brano colmo di straordinari preziosismi tecnici di vibrante interesse, dove gli Artillery rispolverano uno stile tradizionale, ma sempre molto efficace, "10.000 Devils" si assesta su ritmi più armonici e ponderati, giovando di una linea melodica ipnotizzante, "Rise Above It All" invece, è un componimento dall'impatto notevole, dove viene archiviato ogni tipo di virtuosismo, esasperando l'aspetto più aggressivo e ruvido di questo settore metal. "Sandbox Philosophy" vede gli Artillery districarsi su una rapidità d'esecuzione incredibile, "Delusions Of Grandeur" è in assoluto l'episodio più intenso ed ispirato del disco dove risulta fondamentale la modulazione della chitarre, mentre "Not A Nightmare" ipnotizza con la sua versatilità e con il proprio stile variegato, denotando un sound all'avanguardia. Nella parte finale del disco, "Damned Religion" rimarca il prezioso contributo della sezione ritmica, puntuale e possente, "Uniform" evidenzia una cura degli arrangiamenti minuziosa, la conclusiva "The End" infine, racchiude l'essenza della band, riassumendo le peculiarità di un disco il cui acquisto è obbligato per tutti senza alcuna esclusione. Questa è grande musica ragazzi, non se ne può assolutamente fare a meno!!!

Voto: 9/10

Maurizio Mazzarella

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