Album d'esordio per questa band lettone che cerca di miscelare, con alterne fortune, le spigolature del death metal con sonorità progressive, goth e technical. Il lavoro, intitolato "Dawn of The Technological Singularity", risulta godibile, ciò nonostante dopo le prime tracce nelle quali le campionature risultano sagaci e ottimamente inserite nel contesto del sound, si avverte un certo retrogusto del già ascoltato. La parvenza di originalità rilevata nel synthetic tech dei primi brani viene depauperata nell'incedere eccessivamente complesso dell'album che in alcuni frangenti lascia perplessi. Non si comprende bene la mission, sopratutto perchè alcune tracce vengono sfumate in una pseudo dimensione spazio-temporale indefinita. Dopo l' “Intro” ricercato con qualche velatura campionata, il lavoro scorre tra aperture brutali alternate da “pause” con cantato in scream. Non mancano i tratti decadenti in stile “gothic” con venature sataniche che richiamo lo stile dei primi Cradle of Filth e Dimmu Borgir. Da segnalare tra le tracce più interessanti “Lord of rays” dedicata a Nikola Tesla, bizzarro inventore e scienziato del XX secolo. Rare le aperture in voce clean, l'eccezione emerge in “Matrix cracked”. Merita almeno un ascolto l'incalzante “Before the skies are painted black”. Resta comunque arduo individuare il pezzo di punta dell'Ep, in quanto latita la volontà di fare vibrare davvero le corde dell'uditore. Il quartetto lituano, infatti, sembra più impegnato a creare ghirigori stilistici che, però, vengono improvvisamente mozzati per inspiegabili cambi di ritmo e di genere. Per il futuro gioverebbe una linea di pensiero più marcata per comprendere a pieno “cosa fare da grandi”: la tecnica è presente ma una certa confusione offusca il lavoro. Se siete incuriositi da sonorità estremamente dense e intrecciate accostatevi, altrimenti lasciate perdere.
Voto: 6/10
Enrico Losito
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