Ansa News

lunedì 18 luglio 2011

DEATH – Human (Deluxe Re-Issue)


Lucrare sui morti non è mai bello, però rende, e che cazzo! Non trovo altra spiegazione per la becera operazione messa in piedi dalla Relapse con la benedizione della famiglia Schuldiner. Ok, bello ristampare tutti i dischi firmati dal mai troppo compianto Chuck, in una lussuosa confezione, con edizioni curate ed arricchite... ma i contenuti? Ok andiamo con ordine. "Human" è il quarto album dei Death. Con quest'album la band abbandonò l'attitudine prettamente death metal dei precedenti lavori, rese il suo stile più tecnico ed articolato, senza per questo perdere un'oncia della sua brutalità, e da un punto di vista lirico approcciò tematiche più personali ed introspettive. I primi tre lavori erano più grezzi, pur con una crescita tecnica costante e determinata, i successivi furono delle pietre miliari del death tecnico. Questo lavoro rappresenta il trait d'union tra i primi Death e gli ultimi. Sicuramente un grande supporto alle idee di Schuldiner sulla linea da seguire fu dato anche dall'ingresso in line up del chitarrista Paul Misvdal e del batterista Sean Reinert, entrambi nei Cynic, e del funambolico bassista Steve Di Giorgio. Certo nella musica le stelle non brillano sempre da sole, ma sotto la guida dell'indiscusso mastermind della band, questi astri del death metal riuscirono a rifulgere in un disco che rappresenta perfettamente il connubio tra aggressività e desiderio di aprirsi a nuove soluzioni. Detto questo, e sperando di avervi fatto capire che dovete avere assolutamente questo album (non necessariamente in questa edizione) come tutti gli altri di questa grandiosa band, veniamo a questo specifico prodottino targato Relapse. La ristampa contiene nel primo disco l'album come l'abbiamo sempre conosciuto, con l'aggiunta di una gustosa cover di "God Of Thunder" dei Kiss, originariamente inserita come bonus track nell'edizione giapponese di questo lavoro. Il secondo disco contiene una serie di registrazioni ad uso della band come le versioni strumentali e le versioni demo dei brani, versioni che onestamente poco tolgono e nulla aggiungono a pezzi che sono stati messi su traccia perfettamente studiati e bilanciati. Inoltre non so quanto il defunto Chuck, con il suo perfezionismo, avrebbe apprezzato il consegnare al pubblico delle registrazioni non definitive. Certo i fanatici le riterranno delle "chicche", io ci sento più che altro puzza di speculazione. Il disco comunque è eccezionale. La cover dei Kiss è divertente. Il resto è inutile ed era evitabile, ma tant'è...

Voto: 9/10 all'album, 4/10 all'operazione

Michele Marinel

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