Ansa News

giovedì 23 giugno 2011

SEPULTURA - Kairos


Cercherò di essere chiamo sin da subito per non incappare in possibili errori. Per me questi non sono i veri Sepultura e penso si facile per tutti intuirne il motivo. Ho sempre ritenuto che i Sepultura dal mio punto di vista avessero come fulcro Max Cavalera, per questo senza di lui, non ritengo che si possa parlare dei Sepultura come dello stesso progetto, al massimo possiamo considerare tutti i dischi da "Against" in poi come una band formata da alcuni membri che facevano parte dei reali Sepultura. Ma la realtà ci dice questo "Kairos" è il dodicesimo lavoro del combo brasiliano e che giunge, per merito della Nuclear Blast, sul mercato discografico a distanza di due anni dall'ultimo "A-Lex". Avevo fatto quella promessa non con l'intento di screditare questo disco, ma solo per farvi comprendere che i contenuti musicali tra i due progetti sono nettamente differenti. Certo, le chitarre di Andreas Kisser sono un marchio di fabbrica inconfondibile nella musica dei Sepultura e con molta onestà, fa sempre piacere sentire il suo tocco, però ragazzi, lo ribadisco per l'ennesima volta questi non sono i veri e reali Sepultura, per questo, se i membri attuali avessero un po' di dignità, metterebbero in soffitta questo nome ed andrebbero avanti con un nuovo progetto, specialmente ora che nel gruppo non c'è più neanche Igor. Passando al disco, onestamente devo dire che mi aspettavo di più. Di death/thrash c'è solo qualche traccia, mentre possiamo dire che il fulcro musicale di "Kairos", è sempre assestrato tra il groove e l'hardcore, con un suono nel complesso tradizionale e che bada poco all'evoluzione ed al progresso. I brani sono compatti, hanno un impatto discreto, ma non sono di facile presa, perché è constatabile una fluidità relativa. C'è rabbia, aggressività, violenza, ma poca grinta e poco carisma. Da un punto di vista tecnico, lo spessore di alcuni momenti resta sempre elevato, ma sono solo episodi isolati, riconducibili quasi tutti alla sola chitarre di Kisser, in particolare, è nel brano "Rentless" che riscontriamo qualche spunto qualitativo, poi il resto è solo banale routine. La produzione è nella norma, onestamente però si poteva fare qualcosa di più. Disco solo per i fan più accaniti del gruppo, tutti gli altri invece, andatevi a sentire i lavori con Max Cavalera, perché i veri Sepultura sono quelli.

Voto: 6,5/10

Maurizio Mazzarella

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