Ansa News

martedì 28 giugno 2011

C. CANALI, M. GAMBA - Intervista ai due Autori


Intervista a Cristiano Canali e Marco Gamba in occasione della pubblicazione del loro libro "Iron Maiden dalla A alla Z", edito dalla Tsunami Edizioni:

Domanda da un milione di dollari. Come e quando i Maiden sono entrati nella vostra vita?

-(Cristiano Canali) Direi nel 1998, grazie al videogioco Carmageddon II, che conteneva quattro brani della Vergine di Ferro. Praticamente ‘obbligato’ ad ascoltarli durante le folli corse in macchina del protagonista, mi sono legato sempre di più ai Maiden, finendo per recuperare tutta la loro musica nel giro di qualche anno. Poi, il FC ufficiale, i concerti e la crescente ‘ossessione’ di incontrarli e leggere, vedere, ascoltare sempre più cose, ufficiali o meno, su di loro.

-(Marco Gamba) Nel 1985, grazie a un vinile registratomi su cassetta da un compagno di liceo. Il disco era ‘Live After Death’. Poco tempo dopo comprai il vinile, di seconda mano, e in pochi mesi lo consumai completamente. Poi uscì Somewhere In Time, e poi ancora Seventh Son Of A Seventh Son. Nel frattempo mi ero costruito una piccola collezione di vinili, tra cui molti usati, alcuni overstock con le copertine tagliate. Li vidi dal vivo e dal 1988 iniziai a collezionare Iron Maiden, partendo dai nastri dal vivo dei concerti e nel 1991 la mia collezione era già imponente, contando più di 400 concerti.

Come vi siete conosciuti e quindi com’è nata l’idea di scrivere questo libro assieme e comunque in questa forma ’enciclopedica’ ?

-(Cristiano Canali) Ho conosciuto di persona Marco il 13 novembre 2001, al Binario Zero di Milano. Ma ci eravamo già contattati via e-mail in occasione del lancio del suo libro Iron Maiden Companion. Non so ancora come, ma una sua mail che pubblicizzava il libro ha raggiunto la mia casella di posta e subito mi sono interessato per l’acquisto, che è poi avvenuto tempo dopo direttamente al locale, da quanto ricordo. Al Binario Zero era stata organizzata la tappa italiana del mini tour di Nicko McBrain insieme alla tribute band inglese Hi-On Maiden, parte di una serie di drum clinic e meeting gestiti dal FC ufficiale inglese. Marco svolgeva il ruolo di coordinatore e ‘ponte’ tra Laz e sua moglie Sue (i ‘gestori’ del FC) e i fan. Ho ancora la foto con Nicko appesa in casa! Ricordo che, per l’occasione, ai fan veniva data la possibilità di farsi fotografare con il Fender Precision a scacchi di Steve Harris e la giacca illuminata di Bruce Dickinson usata nel tour di Somewhere In Time, che mi stava strettissima! Durante l’evento, si è anche tenuta un’asta per una copia sigillata originale del Soundhouse Tapes credo appartenuta a Vic Vella e, se non mi sbaglio, corredata da una rarissima t-shirt dell’epoca. Marco ha fatto da banditore e il disco è stato venduto a circa 300 Euro, una cifra davvero bassa. Purtroppo, all’epoca, non disponevo ancora dei mezzi per partecipare. Ogni volta che lo vedo, gli ricordo questo ‘frustrante’ dettaglio, ahah! L’idea di Iron Maiden dalla A alla Z è nata da Tsunami Edizioni. Quando ho conosciuto Eugenio e Max (cioè Tsunami Edizioni) in occasione del mio primo libro, ho subito scoperto le carte, mettendoli a conoscenza della mia totale passione per i Maiden. Mesi e mesi dopo, è arrivata la proposta di fare un volume sulla Vergine di Ferro, modellato a grandi linee su Led Zeppelin dalla A alla Z, il loro titolo dedicato interamente a Robert Plant e soci. Ho accettato con entusiasmo e, per rendere il lavoro ancora più ambizioso e completo, ho coinvolto Marco, che ha subito dato l’ok.

-(Marco Gamba) Voglio aggiungere che, quando con Nicola Visintini, Marco Ragazzi e Henry Ruggeri abbiamo messo in piedi Eddie’s, Cristiano è stato fra i primi ad accorrere per dare il suo contributo al nuovo progetto. Alcuni anni fa abbiamo comunicato l’un l’altro che ci sarebbe piaciuto far qualcosa insieme e il progetto propostoci da Tsunami era l’occasione perfetta.

Come si scrive un libro di questo tipo lavorando in due?

-(Cristiano Canali) Con tanta pazienza, infiniti scambi di file e ore di chiacchierate su Skype. Il problema più grosso è stato quello di far conciliare i diversi stili di scrittura del sottoscritto e di Marco, e mi ha portato via davvero molto tempo. Anche se ogni voce è indipendente dalle altre, i tempi verbali vanno mantenuti in linea il più possibile, per dare coerenza al libro e agevolare la lettura. Per il resto, sui contenuti, non ricordo grossi problemi, anzi: entrambi siamo stati disposti a sacrificare materiale, riadattarlo, ridurlo, tagliarlo e ottimizzarlo per una lettura esterna. Max ci ha dato un aiuto prezioso in questo senso, editando divagazioni troppo estreme o parti ridondanti. Credimi, non è davvero semplice conciliare l’indole da fan e appassionato con le ‘gabbie’ dell’editoria, che sono poi quelle che rendono un prodotto il più universale e leggibile possibile. Fosse stato per noi, il libro sarebbe stato lungo il doppio, ma avrebbe avuto davvero poco senso in termini di costi, vendibilità e ‘tolleranza’ da parte di un pubblico non composto solamente da fanatici scalmanati e ‘tuttologi’. La priorità si è spostata da “contenere tutto lo scibile maideniano esistente” a “rendere ogni voce il più interessante possibile”, dando precedenza a fatti poco noti e chicche di vario tipo. Pur con i tagli, il libro resta l’opera cartacea più ricca di aneddoti, curiosità, dati e nozioni in commercio sui Maiden e il mondo che li circonda e questo ci rende particolarmente fieri del lavoro svolto, che non vuole assolutamente entrare in competizione con biografie ufficiali o non ufficiali della band. È qualcosa di diverso, un ibrido tra enciclopedia, biografia, catalogo, recensione e intervista.

-(Marco Gamba) Dato che il mio ruolo nella “coppia” è quello del “sintetico” direi: coordinando bene il lavoro, scambiandosi spesso il file in progress e instancabilmente convincendo l’altro che il proprio modo è il ‘migliore’. E sia Benedetto Skype!

Immagino abbiate trovato velocemente supporto dai ragazzi di Tsunami, vero?

-(Cristiano Canali) Certo! Dopo una breve fase di stesura dell’elenco delle voci, il lavoro vero e proprio è partito nel dicembre 2010, e da lì ha preso il via un costante scambio di mail, incontri e telefonate tra autori e il team Tsunami. Nelle ultime settimane era come averli tutti in casa, perché il libro ha richiesto sempre più tempo e c’erano tante cose da coordinare: impaginazione, disegni interni, foto, copertina, formato, editing… il supporto è stato costante e ininterrotto da parte di tutti.

-(Marco Gamba) Io non conoscevo Eugenio e Max direttamente, è stato un piacere lavorare con loro e credo che il successo che Tsunami sta riscuotendo sia lo specchio di quanto bene e appassionatamente stanno lavorando.

Ognuno di noi ha una sua idea del ’fattore X’ che fa la differenza tra gli Iron Maiden e le altre band di heavy metal. Sarebbe interessante sapere qual è la vostra.

-(Cristiano Canali) Su questo potremmo stare a discutere per ore. Credo, involontariamente, di aver già risposto a questa domanda nella mia introduzione di Iron Maiden dalla A alla Z: la differenza principale è di essere uno dei gruppi metal più indipendenti dal loro stesso genere, con elementi di forza universali che permettono alla band di esibirsi davanti a tre generazioni di fan di ogni tipo (metallari o meno) e di dover rendere conto unicamente a loro stessi e alla forza del loro stesso mito. Te la riporto in parte: “I Maiden non hanno inventato l’heavy metal, non sono stati i primi a vestirsi di pelle e borchie, tantomeno ad usare le doppie chitarre. Non hanno inventato le cavalcate, la teatralità degli show e l’idea di far uso di costumi, pupazzi o scenografie di ogni tipo. Non si sono mai definiti ‘custodi’, ‘difensori’, tantomeno ‘dei’ di qualsiasi genere musicale, rifiutando ruoli che non fossero prettamente legati alle canzoni o, quantomeno, non costruendoci sopra la loro fortuna. Hanno preso e stravolto parecchi canoni del settore, con un bassista frontman, onnipresente sul palco, in studio e nell’impianto audio, o un cantante laureato che nel tempo libero pilota aerei di linea, presenta documentari o tira di scherma, rischiando di arrivare alle Olimpiadi. Ma, nonostante tutto, molti attribuiscono loro, con assoluta convinzione, ruoli che spettano ad altri, basandosi semplicemente sulla forza dei loro album, sulla loro leggenda e sull’impatto devastante che hanno avuto nei pub inglesi di fine anni settanta, come nelle arene di fine millennio. Poco importa se gli Iron Maiden non hanno inventato nulla, perché quello che c’era prima di ‘Phantom Of The Opera’ o ‘Prowler’, agli orecchi di molti, suonava già vecchio e stanco trent’anni fa. E ciò che è arrivato dopo, porta da qualche parte il loro marchio, magari in un riff, un’armonizzazione, una copertina o una mascotte. Pazienza se le chitarre gemelle non sono un loro brevetto, perché, sentendo tanti brani, sembra davvero che nessuno le abbia mai suonate meglio di loro. La vera forza degli Iron Maiden è quella di aver inventato loro stessi, difetti compresi, e di aver portato avanti tenacemente la loro arte e libertà a qualsiasi costo, esigendo sempre il meglio da tutte le persone rimaste intrappolate nella loro ‘famiglia’. Da un paio di sketch buttati su carta, un logo praticamente copiato da una locandina cinematografica, alcuni LP progressive rock e qualche scaffale pieno di film e libri, è nata una macchina da guerra da 85 milioni di dischi, che, ad oggi, tiene in piedi un colosso come EMI Records e paga gli stipendi ai promoter di mezzo mondo. Eppure, il sorriso di Dave Murray sembra sempre lo stesso da quarant’anni. Il loro segreto, per me, si riassume tutto in questo. Una passione portata avanti per tutta la vita, che, anno dopo anno, ha cambiato il mondo e le vite di migliaia di persone”.

-(Marco Gamba) Il fattore X è la variabile che consente a 1+1 di fare 3. Il fattore X per i Maiden? Parliamo di persone che si sopporterebbero per pochi giorni se fossero in vacanza insieme, ma sono in grado di scrivere e suonare brani che sono scolpiti nella storia del metal. Il fattore X è questo. Grandi canzoni, ed una vision, quella di Steve Harris, che è ancora attuale dopo trent’anni.

Come giudicate questo periodo florido per l’editoria cartacea heavy metal o rock più in generale?

-(Cristiano Canali) “Un’enorme conquista. Da osservatore e lettore mi preme dire che senza Tsunami Edizioni, in Italia avremmo vissuto questa cosa solamente da spettatori, con particolari benefici solamente per ‘l’elite’ che acquista libri in inglese tramite Internet e se li fa arrivare a casa da Stati Uniti e Inghilterra. All’estero c’è da tempo un trend crescente di pubblicazioni legate al metal o al rock: le band, gli artisti, invecchiando, tirano le fila della loro vita e pubblicano biografie, libri fotografici o diventano oggetto per lavori non ufficiali (ma ugualmente pregevoli) di autori e scrittori specializzati. In Italia, se si guarda indietro solamente di quindici anni, si trova praticamente il vuoto cosmico: qualche enciclopedia, qualche libro scritto alla buona per fare catalogo, pochissime opere importanti tradotte nella nostra lingua. Tsunami dal 2008 ha pubblicato 32 volumi, scommettendo in primis sulle opere e sull’interesse degli appassionati e mettendo in secondo piano le legittime esigenze di catalogo e profitto. Il risultato ha permesso a migliaia di appassionati di leggere lavori che difficilmente avrebbero visto la luce in Italia, magari perché dedicati a nomi non di grido o troppo ‘rischiosi’ da pubblicare: penso alla biografia sugli Slayer, a quella su Cliff Burton dei Metallica, al controverso Lords Of Chaos, dedicato al metal satanico, all’autobiografia di Biff Byford, al volume dedicato al Gothic Rock e al libro su una realtà di nicchia come i Death In June, scritto da un autore italiano e andato esaurito in brevissimo tempo. Può sembrare che io abbia deviato la domanda per promuovere la casa editrice che ha pubblicato i miei lavori, ma la realtà è che, se in Italia si ha la percezione di un ‘periodo florido per l’editoria heavy metal’, è principalmente grazie a Tsunami Edizioni e le altre case editrici si sono lentamente adeguate a questo trend, importando anche loro qualcosa con maggiore frequenza. I numeri sono lì a dimostrarlo, basta fare il confronto tra quello che c’era prima nei negozi (e magari è andato esaurito in brevissimo tempo e mai più ristampato) e quello che c’è ora. La differenza è sorprendente. Detto questo, l’editoria metal resta pur sempre una nicchia, con la quale è davvero difficile campare e per la quale è necessario lavorare il triplo più di altri settori in fase di promozione e cura dei prodotti. Insomma, come la musica metal, è una continua sfida!

-(Marco Gamba) Onestamente non sono convinto che questo sia un periodo florido. Ricordo bene il panorama a metà degli anni Novanta. Pochi titoli, ma ognuno con qualcosa da dire di nuovo. Da qualche anno ci sono editori che fanno libri per mettere “in catalogo” un certo artista o che snaturano un progetto editoriale per ridurne drasticamente i costi. Oggi c’è più scelta ma ciò non significa che ci sia più qualità. Internet ha illuso molte persone di poter conoscere e sapere tutto di tutti in meno di tre click. Allo stesso modo, sono molti i volumi che non sono altro che grossolani copia e incolla di materiale presente in rete e queste spesso non solo non incoraggia i lettori ma li rende invece scettici sulla qualità di un settore già di nicchia come l’editoria musicale cartacea. Tsunami sta lavorando molto bene, e alcuni altri editori hanno deciso anch’essi di investire nuovamente nel settore. Vedremo come si evolverà la situazione. Mi resta un po’ di nostalgia se penso a quelle librerie inglesi specializzate unicamente in libri di musica che vendevano i miei primi lavori alla fine degli anni Novanta. Erano luoghi di culto, ed ora sono consegnati al ricordo di pochi e sostituiti da negozi insignificanti.

Che posto occupano i Maiden e più in generale il metal nella vostra vita?

-(Cristiano Canali) Pur ascoltando davvero di tutto, i Maiden restano ad oggi il mio gruppo preferito e la passione musicale più forte. Anche nei periodi di magra, quando la band è ferma, è come avere alle spalle qualcosa di sempre presente che può finire in secondo piano, ma non svanisce mai del tutto e riaffiora in un acquisto fortuito su eBay, in una telefonata di qualche amico lontano, in un post su un forum, in un nuovo bootleg o in un brano ascoltato per caso. E ci vuole un attimo per girare la manopola del gas, far esplodere nuovamente la fiamma e ricordarmi che musicalmente prima vengono loro, poi tutto il resto. Detto questo, negli anni mi sono aperto davvero a tantissima musica, e la gioia di scoprire nuovi artisti è sempre elevatissima. Il metal ha coinciso prepotentemente con la mia vita nell’adolescenza, anche a livello di ‘vestiario ideale’ e senso di appartenenza, poi è divenuto semplicemente uno dei tanti generi che apprezzo e ascolto, senza viverlo come ossessione o credo. Se devo essere sincero, ho sviluppato un crescente fastidio verso la tendenza alla ghettizzazione che, purtroppo, accompagna ancora oggi molti di quelli che amano definirsi ‘metallari’. Nel 2011 trovo davvero becere, assurde e senza senso discussioni che dividono categoricamente la musica tra commerciale/vera, spontanea/artificiale, true/false e, per fortuna, la mia esperienza mi ha convinto che, mentre qualcuno ama demolire interi generi o sottogeneri musicali su qualche sperduto forum di Internet, il mondo reale va avanti lo stesso, premiando anche gruppi più giovani che si fanno strada nel genere heavy con la zavorra di essere, a prescindere, ‘poser, fighetti, finti, di plastica’, per non dire di peggio. Tutte queste banalità, spesso amplificate anche da alcuni media specializzati, si infrangono contro palazzetti sold out e migliaia di copie vendute dei dischi, a conferma che la musica si evolve, cambia e non può essere solamente rappresentata da arzilli (o meno) sessantenni, che tanto hanno dato al rock e ai suoi sottogeneri nel tempo. Gli stessi Maiden hanno indicato alcune loro preferenze tra i giovani in svariate interviste, dimostrandosi molto più aperti mentalmente di una fetta dei loro stessi fan! Anche qui, ho divagato un po’… spero tu non abbia problemi di spazio, ahah!

-(Marco Gamba) Certamente i Maiden e il metal sono una parte importante della mia vita. Li seguo come fan disperato ormai da molti anni dedicando tempo, e molto spazio al loro materiale. Stesso valga per il metal. I giorni ideali di ognuno di noi hanno una colonna sonora e i miei non potrebbero essere tali senza Maiden e senza il metal. Non mi sono mai fatto spaventare dalla necessità di pluralità e ho cercato di essere fedele alle mie aspirazioni personali. Probabilmente non mi sono mai vestito da metallaro propriamente detto in tutta la mia vita, ho sempre sentito il bisogno di conoscere altre musiche, ma se mi chiedete di mettere su un cd… Io metterò sempre un cd di hard rock o heavy metal classico. E voglio fregiarmi del titolo di “metallaro”, letto in un modo ampio e plurale. Al di fuori da ogni schema, non può essere null’altro se non la musica a unirci. Le congetture le lascio ad altri. Sono ormai troppo anziano per perdere tempo dietro a dinamiche sociologiche tout-court.

Quali sono gli altri gruppi che apprezzate? Ascoltate anche altri generi musicali?

-(Cristiano Canali) Tantissimi, come ho evidenziato sopra. Passo da Bruce Springsteen, una leggenda vivente, agli Stone Sour di Corey Taylor. Sono un cultore dell’intero genere AOR. Per non perdermi in inutili papiri, posso dirti gli artisti di album che vedo a caso dalla mia scrivania in questo momento: Bullet For My Valentine, Benedictum, Within Temptation, Lionheart, Destrage, Alter Bridge, Hardcore Superstar, Nickelback, Edoardo Bennato, Michael Jackson, Journey, Mastodon, Springsteen, Pink Floyd, Atreyu, qualche compilation dance degli anni ’90…

-(Marco Gamba) Ci sono molti altri gruppi che apprezzo. Per citarne alcuni: Deep Purple, Kamelot, Rhapsody Of Fire, Elektradrive, Avantasia, Dream Theater, Praying Mantis, Tygers Of Pan Tang, Dragonforce, Scorpions, Pendragon, Metallica, Tierra Santa, Living Color. E davvero molti altri. Tra quelli non propriamente metallici mi piacciono i Manic Street Preachers, mi interessa la vocalità di Demetrio Stratos e mi divertono le star del metal “Made in Madagascar”, gli Ambondrona. Sono un indefesso estimatore della NWOBHM, e continuo a professare amore e rispetto per i Demon e gli Heavens Gate. Quando viaggio mi piace conoscere la musica di un certo paese, proprio partendo dal metal e ascoltando i consigli di qualche amico. Ho conosciuto un sacco di ottime band in questo modo. Cerco anche di seguire con attenzione la scena italiana e le nuove band che si affacciano sul panorama europeo.

Senza falsa modestia… Incensate il vostro libro (in fase di recensione ci abbiamo già pensato noi) e, per chi ancora non ha capito, suggeritegli qualche motivo per farlo correre in libreria ad acquistarlo.

-(Cristiano Canali) Credo che i punti forti del nostro libro siano la completezza, l’organizzazione dell’ingente mole di dati e la grande quantità di fonti che abbiamo utilizzato per scriverlo. Si va da un uso critico e ragionato della rete a vecchi magazine italiani e stranieri in circolazione da trent’anni, passando per interviste esclusive, libri fuori catalogo e numerose pubblicazioni in lingua inglese. Chi sfoglia Iron Maiden dalla A alla Z può imbattersi in pochi minuti in informazioni che hanno richiesto giorni, settimane, a volte anche anni per essere scovate o identificate come vere/plausibili. Ci piacerebbe che il nostro libro diventasse un buon punto di partenza per discutere con tanti appassionati maideniani, scambiarci pareri e informazioni e migliorare in futuro il nostro lavoro. Una sorta di ‘archivio cartaceo’ permanente di quello che hanno rappresentato e rappresentano i Maiden nel mondo e in Italia, con dei solidi punti fermi (fatti, parole della band, eventi, tour…) e tanto spazio per scambiare opinioni e idee. Finora i pareri sono stati davvero positivi e tanti appassionati da svariati decenni del mondo Iron Maiden ci hanno comunicato di aver scoperto dettagli nuovi su di loro o sui singoli artisti coinvolti scorrendo le pagine del nostro volume, e questo ci riempie davvero di soddisfazione.

-(Marco Gamba) Usando una metafora che mi piace: la storia di una grande band è un po’ come una città nebbiosa. A uno sguardo fugace, si vedono solo le cose principali: qualche evento di massa, alcune azzeccate apparizioni mediatiche, qualche buon album. Inoltrandosi più a fondo, emergono via via degli scorci differenti. Quando la nebbia si dirada, si vedono tanti piccoli dettagli, i tetti di molte case che prima non si potevano intuire, le antenne, le luci delle finestre. Come ho scritto nella mia introduzione al libro, gli Iron Maiden sono una grande band. Ed in quanto tale, hanno una storia fatta di successi, amici, appassionati, detrattori, protagonisti e comparse. Quando la moltitudine di band hard ‘n’ heavy non riusciva ad andare oltre le mediocri canzoni d’amore, i Maiden includevano nei loro testi influenze classiche: attingevano dalla mitologia (come per la storia di Icaro o le sirene dell’Odissea), dalla storiografia (‘Alexander The Great’), dalla letteratura (‘Brave New World’, ‘Rime Of The Ancient Mariner’) o dalla filmografia (‘The Prisoner’, ‘Where Eagles Dare’). Le centinaia di voci che compongono questa enciclopedia interamente dedicata agli Iron Maiden, testimoniano come la band britannica sia figlia del suo tempo e della sua terra, e contemporaneamente abbia saputo superare i limiti spazio-temporali per raggiungere i propri fan a decine di migliaia di chilometri di distanza, radunando appassionati nei paesi più remoti del mondo. In quasi quarant’anni di carriera, molti hanno percorso o incrociato la strada dei Maiden. Molti di loro sono nominati in questo libro. Sono indicati i ruoli e le virtù di quanti hanno lavorato, sul palco e nel retroscena, per garantire ai Maiden lo status d’istituzione britannica, per quanto sono stati parte del gruppo e come hanno partecipato a scrivere la storia della più grande band dell’Heavy Metal. Abbiamo anche parlato qualche volta di chi ha calpestato gli stessi palchi e condiviso le stesse ambizioni, spesso con risultati molto diversi. Questo è un elemento importante a mio parere perché leggere può far conoscere nuove cose, spero che qualcuno resti incuriosito e sia spinto a conoscere nuove band, ad approfondire un periodo storico o un personaggio. Ogni album, ogni brano di ogni disco è analizzato con attenzione e fornendo, laddove possibile, il punto di vista degli artisti che hanno partecipato alla sua scrittura ed alla sua esecuzione. Avevamo l’ambizione di scrivere un libro che presentasse con esaustività la saga degli Iron Maiden, o almeno di gran parte dei loro primi quarant’anni e credo che, non senza tagli, esclusioni e sacrifici, il lavoro che trovate in “Iron Maiden dalla A alla Z” sia un valido tentativo di raggiungere quest’obiettivo. Per quanto mi riguarda, anche un tassello importante per descrivere molti aspetti degli Iron Maiden che non avevo esaminato completamente nei volumi che ho curato precedentemente, come “Iron Maiden Companion” o “Maiden To The Bone”. Uno dei criteri che utilizzo prima di pubblicare qualcosa e cercare di far emergere sempre qualcosa di nuovo, ed anche in questo caso credo che l’obbiettivo sia stato raggiunto. La parola ai lettori adesso.

Chiudete come volete quest’intervista con i lettori di Informazione Metal.

-(Cristiano Canali) Grazie di cuore per lo spazio e l’attenzione che ci hai concesso, e per la bellissima recensione del libro, ne siamo onorati. Per i lettori, grazie di aver letto queste righe e di esservi interessati a noi e al nostro lavoro! Up The Irons!!

-(Marco Gamba) Grazie anche da parte mia. Se leggete il nostro libro, non mancate di farci sapere cosa ne pensate. E continuate a seguire l’heavy metal, dimenticando le mode e la pubblicità.

Salvatore Mazzarella

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