Noi appassionati di heavy metal abbiamo due icone per eccellenza, Lemmy dei Motorhead ed Ozzy Osbourne, che sono ormai leggenda non solo per la magnifica musica che c’hanno regalato ma anche perché, nonostante gli eccessi commessi in una vita ai limiti dell’umana sopportazione che avrebbero portato dritti alla tomba qualsiasi uomo normale, sono dei sopravvissuti che tutt’ora godono di ottima salute. Se cerchiamo un esempio equivalente nel rock in generale il primo nome che viene in mente è quello di Keith Richards, l’axeman per eccellenza dei Rolling Stones, un icona rock a livello planetario, che oltre ad averne l’immagine di uno stinco di diavolo, forse tale lo è davvero. Perché al contrario dei nostri beniamini summenzionati, uno persona di grandissima cultura ed umanità (Lemmy), l’altro tenero padre di famiglia che quando è lucido non farebbe male ad una mosca, Keith Richards è uno che ha ricevuto denunce ed arresti per risse e violenze, è stato coinvolto in episodi da retroscena macabri ed inconfessabili, è uno che è stato capace di dire: “Pace, Amore, queste stronzate non hanno niente a che fare con me. Col cazzo che ci vado, a baciare i piedi al fottuto santone. Ci vada Lennon, che ne ha tanta voglia…”. Penso sia un’affermazione eloquente dell’attitudine di questa vera e propria rockstar da cui Lemmy si è anche fatto fornire il nome della clinica statunitense dove andare ad effettuare il lavaggio del sangue. Una vita affascinante insomma, raccontata da un veterano del giornalismo musicale come Kris Needs che in 25 anni ha regolarmente seguito ed intervistato il suo amico Keith realizzandone un ritratto sincero ed appassionato di ben 564 pagine, che esce in Italia grazie a Baldini Castoldi Dalai Editore, impreziosito da foto rubate dai concerti storici e dalla vita privata dell’artista anima dei Rolling Stones ed icona rock per eccellenza.
Voto: 8/10
Salvatore Mazzarella
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