Intervista ai nostrani Stigma, ci risponde Flavio Magnaldi (basso):
Siete appena usciti sul mercato discografico con un nuovo EP, potete presentarlo ai nostri lettori?
-“The Undertaker Ep” è uscito in digitale a meno di un anno di distanza dal nostro ultimo album “Concerto For The Undead” e contiene il singolo con relativo video del brano “The Undertaker” e tre pezzi nuovissimi, che abbiamo scritto dopo essere rientrati dal primo tour europeo in supporto all’uscita del disco. Il nuovo materiale è ancora più votato alla dimensione live e, questa volta, abbiamo avuto l’onore di lavorare con Brandan Schieppati dei Bleeding Through, che canta anche su “It’s Bullet Time!”, e Mick Kenney degli Anaal Nathrakh.
Come è nata la vostra band e quali sono le vostre origini?
-Gli Stigma nascono nel 2000 come band hardcore, ma ad oggi di quel progetto resta solo il cantante/fondatore Vlad. Nel 2002 siamo entrati nella band io al basso e Stefano alla batteria, il genere musicale è cambiato negli anni e dopo due demo, tante date e la firma per Pivotal Rockordings, nel 2007 è arrivato Andrea alla chitarra portando nuove e determinanti influenze. L’ultimo cambiamento di line-up risale all’anno scorso con l’uscita di Morgan, che era con noi dagli inizi, seguita dalla registrazione di “Concerto For The Undead” e l’arrivo di Jack alla seconda chitarra. Il nostro nuovo album è uscito ad aprile dello scorso anno, da allora ci siamo esibiti in un primo tour europeo e in alcune date in giro per l’Italia, per poi decidere di far fruttare un periodo in cui avevamo deciso di buttare giù del nuovo materiale, e quindi, di comune accordo con la nostra etichetta, abbiamo voluto unire all’uscita del singolo “The Undertaker” i tre nuovi brani che potrete sentire sull’EP.
Come è nato invece il nome della band?
-La parola Stigma ha molteplici significati, all’inizio era un tributo a una band che aveva influenzato molto i nostri primi passi, ma la stigma era anche una lettera greca caduta in disuso, insomma, come ti ho accennato ci sono vari significati, oltre al fatto che ci piaceva il modo in cui suonava ovviamente!
Ci sono delle tematiche particolari che trattate nei vostri testi o vi ispirate alla quotidianità in genere? Che peso hanno di conseguenza i testi nella vostra musica?
-In generale tutti i nostri dischi sono ispirati da tematiche prese dal cinema horror: in “When Midnight Strikes!” Vlad si è ispirato ai vecchi film horror, creando un concept che legava “Dracula” e i film interpretati da Lugosi e Karloff. Siccome l’esperimento è risultato vincente e ci piaceva l’idea di continuare su queste tematiche, con “Concerto For The Undead” la scelta è caduta sul leggendario fumetto americano “Tales From The Crypt”, da cui abbiamo preso le nostre storie preferite e ne abbiamo creato dieci brani da inserire nel disco. Infine, anche per “The Undertaker EP” abbiamo voluto mantenere le tematiche del fumetto, visto che questo EP in realtà è un singolo preso da “Concerto For The Undead” con del materiale extra. L’idea che sta alla base della nostra scelta di affrontare tematiche horrorifiche va vista legata al fatto che non rinunciamo alla giusta dose di ironia nel farlo, non siamo sicuramente gente che incita a fare cose assurde, anzi, pensiamo che il poter parlare in questi toni di questi temi possa essere un modo per non prendersi troppo sul serio e staccare un po’ da quello che leggiamo ogni giorno sui giornali!
Quali sono gli elementi della vostra musica che possono incuriosire un vostro potenziale ascoltatore e quali sono quindi le qualità principali del vostro nuovo album?
-Forse il fatto che da tempi non sospetti cerchiamo di fondere metal e hardcore, quindi potenzialmente il nostro sound vuole essere appetibile per entrambe le tipologie di ascoltatori. Ovvio comune denominatore è anche il fatto che soprattutto da “When Midnight Strikes!” in poi abbiamo cercato di focalizzare la nostra musica sull’aspetto live, quindi consigliamo a tutti di venirci a vedere dal vivo per potersi fare un’idea concreta sulla band!
Come nasce un vostro pezzo?
-Si inizia a decidere in quale direzione lavorare come tipologia di brano, poi si buttano giù le parti di chitarra provando incastri, melodie, ritmiche... Una volta definito il pezzo a grandi linee si abbina la sezione ritmica, successivamente si inserisce una linea vocale ed eventuali parti extra, si direi che questo è un sunto dello schema che usiamo di solito!
Quale è il brano di questo nuovo disco al quale vi sentite particolarmente legati sia da un punto di vista tecnico che emozionale?
-Non saprei, forse “1,2,3,4 Dead!” perché pur non essendo il nostro brano più tecnico mi piace molto suonarlo, poi è il primo brano della nostra scaletta live attuale e ha un sample di Mortal Kombat al suo interno!
Quali band hanno influenzato maggiormente il vostro sound?
-Le influenze sono molteplici, partendo da una base comune che potrei sintetizzarti in un mix tra Black Dahlia Murder e August Burns Red, poi ognuno di noi spazia tra i generi più disparati, dal mathcore alla dubstep!
Quali sono le vostre mosse future? Potete anticiparci qualcosa? Come pensate di promuovere il vostro ultimo album, ci sarà un tour con delle date live?
-Abbiamo già delle date fissate, ma ne stiamo fissando altre in paesi dove amiamo sempre tornare a suonare come Olanda, Belgio e Inghilterra! Questa è stata anche l’ultima uscita per la nostra attuale etichetta Pivotal Rockordings, quindi stiamo parlando con nuove etichette e stiamo già scrivendo il materiale per un nuovo album. Tenetevi aggiornati mi raccomando, trovate aggiornamenti quasi giornalieri sul nostro Twitter!
Cosa ne pensate a riguardo dell’uscita di un album dal vivo o magari di un DVD targato Stigma?
-Perchè no, ci piacerebbe senza dubbio fare qualcosa del genere ma per ora non abbiamo pianificato nulla. Personalmente adoro vedere i dvd delle band, danno la possibilità allo spettatore di vedere la stessa band all’opera in paesi diversi, con audience diverse, e magari anche retroscena e la storia del gruppo. Speriamo di riuscire a raccogliere materiale a sufficienza per poter arrivare anche noi ad un’uscita di quel tipo!
Come giudicate la scena musicale italiana e quali problematiche riscontrate come band?
-In Italia ci sono alcuni gruppi davvero eccelsi che negli ultimi anni sono riusciti a ritagliarsi vetrine internazionali e partecipazioni ad eventi di rilievo, ma purtroppo i numeri nel nostro paese non sempre danno ragione alle band, basti pensare che qui si fa fatica a riempire i piccoli locali, mentre non molto lontano dal nostro paese il pubblico si moltiplica in maniera importante. Tante volte mi è capitato di suonare all’estero e pensare che sarebbe bellissimo avere lo stesso tipo di seguito anche in Italia, ma al momento sento che bisogna ancora lavorare tanto per poter raggiungere quell’obbiettivo. Gli spazi qui sono minori, il bacino d’utenza è ridotto e in più permane un atteggiamento ostile nei confronti delle band italiane, cosa che di sicuro non aiuta a creare nuove occasioni e dare finalmente un peso alla scena estrema del nostro paese. Non voglio essere eccessivamente negativo, ci sono anche zone in cui invece c’è grande supporto per realtà come la nostra, ma l’esterofilia è una cosa che va risolta al più presto, perché così non ci rimette solo un gruppo, ma tutto un movimento!
Internet vi ha danneggiato o vi ha dato una mano come band?
-Penso che Internet sia fondamentale per tutti i suoi canali di comunicazione e per la possibilità di promuovere la propria musica su larga scala in tempi brevi. Grazie a questo potentissimo mezzo qualsiasi appassionato può seguire le proprie band preferite e di conseguenza scoprirne tante altre. Ovviamente tutto ciò ha penalizzato le vendite cambiando completamente il mercato musicale, ma questo vale per tutti non solo per noi, quindi credo che la nostra situazione non sia diversa da quella della maggior parte dei gruppi in circolazione.
Il genere che suonate quanto valorizza il vostro talento di musicisti?
-A tutti noi piace suonare la nostra musica, quindi ci sentiamo valorizzati nel farlo, senza cercare di metterci in evidenza come singoli ma pensando solo al risultato finale. Il talento poi si vede anche nella qualità dell’esecuzione e nella capacità di incastrare le varie parti, a volte il difficile sta proprio nel fare le cose semplici.
C’è un musicista con il quale vorreste collaborare un giorno?
-Siamo molto orgogliosi delle varie collaborazioni fatte, finora, dal nostro esordio tra guest e produttori abbiamo lavorato con alcuni artisti che sono sempre stati tra le nostre principali influenze, vedi Scott Atkins e Jona Weinhofen su “Concerto For The Undead” e Brandan e Mick su “The Undertaker EP”, senza nulla togliere ad Ettore Rigotti sul nostro secondo EP e sul nostro album d’esordio ovviamente. Non saprei chi indicarti come altra persona in particolare, sulla nostra strada continuiamo a trovare musicisti strepitosi che una volta conosciuti si rivelano anche persone splendide, quindi in futuro speriamo di poter creare nuove occasioni di collaborazione!
Siamo arrivati alla conclusione. Vi va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?
-Ringraziamo te e Informazione Metal per lo spazio a noi concesso, e invitiamo i vostri lettori a visitare il nostro sito www.stigmahc.com per visionare date, merchandising e aggiornamenti sulle nostre attività ! Vi ricordo inoltre che su iTunes, Amazone, Cd Baby e altre piattaforme è disponibile in download “The Undertaker Ep”, dategli un ascolto e fateci sapere cosa ve ne pare!
Intervista di Maurizio Mazzarella
Siete appena usciti sul mercato discografico con un nuovo EP, potete presentarlo ai nostri lettori?
-“The Undertaker Ep” è uscito in digitale a meno di un anno di distanza dal nostro ultimo album “Concerto For The Undead” e contiene il singolo con relativo video del brano “The Undertaker” e tre pezzi nuovissimi, che abbiamo scritto dopo essere rientrati dal primo tour europeo in supporto all’uscita del disco. Il nuovo materiale è ancora più votato alla dimensione live e, questa volta, abbiamo avuto l’onore di lavorare con Brandan Schieppati dei Bleeding Through, che canta anche su “It’s Bullet Time!”, e Mick Kenney degli Anaal Nathrakh.
Come è nata la vostra band e quali sono le vostre origini?
-Gli Stigma nascono nel 2000 come band hardcore, ma ad oggi di quel progetto resta solo il cantante/fondatore Vlad. Nel 2002 siamo entrati nella band io al basso e Stefano alla batteria, il genere musicale è cambiato negli anni e dopo due demo, tante date e la firma per Pivotal Rockordings, nel 2007 è arrivato Andrea alla chitarra portando nuove e determinanti influenze. L’ultimo cambiamento di line-up risale all’anno scorso con l’uscita di Morgan, che era con noi dagli inizi, seguita dalla registrazione di “Concerto For The Undead” e l’arrivo di Jack alla seconda chitarra. Il nostro nuovo album è uscito ad aprile dello scorso anno, da allora ci siamo esibiti in un primo tour europeo e in alcune date in giro per l’Italia, per poi decidere di far fruttare un periodo in cui avevamo deciso di buttare giù del nuovo materiale, e quindi, di comune accordo con la nostra etichetta, abbiamo voluto unire all’uscita del singolo “The Undertaker” i tre nuovi brani che potrete sentire sull’EP.
Come è nato invece il nome della band?
-La parola Stigma ha molteplici significati, all’inizio era un tributo a una band che aveva influenzato molto i nostri primi passi, ma la stigma era anche una lettera greca caduta in disuso, insomma, come ti ho accennato ci sono vari significati, oltre al fatto che ci piaceva il modo in cui suonava ovviamente!
Ci sono delle tematiche particolari che trattate nei vostri testi o vi ispirate alla quotidianità in genere? Che peso hanno di conseguenza i testi nella vostra musica?
-In generale tutti i nostri dischi sono ispirati da tematiche prese dal cinema horror: in “When Midnight Strikes!” Vlad si è ispirato ai vecchi film horror, creando un concept che legava “Dracula” e i film interpretati da Lugosi e Karloff. Siccome l’esperimento è risultato vincente e ci piaceva l’idea di continuare su queste tematiche, con “Concerto For The Undead” la scelta è caduta sul leggendario fumetto americano “Tales From The Crypt”, da cui abbiamo preso le nostre storie preferite e ne abbiamo creato dieci brani da inserire nel disco. Infine, anche per “The Undertaker EP” abbiamo voluto mantenere le tematiche del fumetto, visto che questo EP in realtà è un singolo preso da “Concerto For The Undead” con del materiale extra. L’idea che sta alla base della nostra scelta di affrontare tematiche horrorifiche va vista legata al fatto che non rinunciamo alla giusta dose di ironia nel farlo, non siamo sicuramente gente che incita a fare cose assurde, anzi, pensiamo che il poter parlare in questi toni di questi temi possa essere un modo per non prendersi troppo sul serio e staccare un po’ da quello che leggiamo ogni giorno sui giornali!
Quali sono gli elementi della vostra musica che possono incuriosire un vostro potenziale ascoltatore e quali sono quindi le qualità principali del vostro nuovo album?
-Forse il fatto che da tempi non sospetti cerchiamo di fondere metal e hardcore, quindi potenzialmente il nostro sound vuole essere appetibile per entrambe le tipologie di ascoltatori. Ovvio comune denominatore è anche il fatto che soprattutto da “When Midnight Strikes!” in poi abbiamo cercato di focalizzare la nostra musica sull’aspetto live, quindi consigliamo a tutti di venirci a vedere dal vivo per potersi fare un’idea concreta sulla band!
Come nasce un vostro pezzo?
-Si inizia a decidere in quale direzione lavorare come tipologia di brano, poi si buttano giù le parti di chitarra provando incastri, melodie, ritmiche... Una volta definito il pezzo a grandi linee si abbina la sezione ritmica, successivamente si inserisce una linea vocale ed eventuali parti extra, si direi che questo è un sunto dello schema che usiamo di solito!
Quale è il brano di questo nuovo disco al quale vi sentite particolarmente legati sia da un punto di vista tecnico che emozionale?
-Non saprei, forse “1,2,3,4 Dead!” perché pur non essendo il nostro brano più tecnico mi piace molto suonarlo, poi è il primo brano della nostra scaletta live attuale e ha un sample di Mortal Kombat al suo interno!
Quali band hanno influenzato maggiormente il vostro sound?
-Le influenze sono molteplici, partendo da una base comune che potrei sintetizzarti in un mix tra Black Dahlia Murder e August Burns Red, poi ognuno di noi spazia tra i generi più disparati, dal mathcore alla dubstep!
Quali sono le vostre mosse future? Potete anticiparci qualcosa? Come pensate di promuovere il vostro ultimo album, ci sarà un tour con delle date live?
-Abbiamo già delle date fissate, ma ne stiamo fissando altre in paesi dove amiamo sempre tornare a suonare come Olanda, Belgio e Inghilterra! Questa è stata anche l’ultima uscita per la nostra attuale etichetta Pivotal Rockordings, quindi stiamo parlando con nuove etichette e stiamo già scrivendo il materiale per un nuovo album. Tenetevi aggiornati mi raccomando, trovate aggiornamenti quasi giornalieri sul nostro Twitter!
Cosa ne pensate a riguardo dell’uscita di un album dal vivo o magari di un DVD targato Stigma?
-Perchè no, ci piacerebbe senza dubbio fare qualcosa del genere ma per ora non abbiamo pianificato nulla. Personalmente adoro vedere i dvd delle band, danno la possibilità allo spettatore di vedere la stessa band all’opera in paesi diversi, con audience diverse, e magari anche retroscena e la storia del gruppo. Speriamo di riuscire a raccogliere materiale a sufficienza per poter arrivare anche noi ad un’uscita di quel tipo!
Come giudicate la scena musicale italiana e quali problematiche riscontrate come band?
-In Italia ci sono alcuni gruppi davvero eccelsi che negli ultimi anni sono riusciti a ritagliarsi vetrine internazionali e partecipazioni ad eventi di rilievo, ma purtroppo i numeri nel nostro paese non sempre danno ragione alle band, basti pensare che qui si fa fatica a riempire i piccoli locali, mentre non molto lontano dal nostro paese il pubblico si moltiplica in maniera importante. Tante volte mi è capitato di suonare all’estero e pensare che sarebbe bellissimo avere lo stesso tipo di seguito anche in Italia, ma al momento sento che bisogna ancora lavorare tanto per poter raggiungere quell’obbiettivo. Gli spazi qui sono minori, il bacino d’utenza è ridotto e in più permane un atteggiamento ostile nei confronti delle band italiane, cosa che di sicuro non aiuta a creare nuove occasioni e dare finalmente un peso alla scena estrema del nostro paese. Non voglio essere eccessivamente negativo, ci sono anche zone in cui invece c’è grande supporto per realtà come la nostra, ma l’esterofilia è una cosa che va risolta al più presto, perché così non ci rimette solo un gruppo, ma tutto un movimento!
Internet vi ha danneggiato o vi ha dato una mano come band?
-Penso che Internet sia fondamentale per tutti i suoi canali di comunicazione e per la possibilità di promuovere la propria musica su larga scala in tempi brevi. Grazie a questo potentissimo mezzo qualsiasi appassionato può seguire le proprie band preferite e di conseguenza scoprirne tante altre. Ovviamente tutto ciò ha penalizzato le vendite cambiando completamente il mercato musicale, ma questo vale per tutti non solo per noi, quindi credo che la nostra situazione non sia diversa da quella della maggior parte dei gruppi in circolazione.
Il genere che suonate quanto valorizza il vostro talento di musicisti?
-A tutti noi piace suonare la nostra musica, quindi ci sentiamo valorizzati nel farlo, senza cercare di metterci in evidenza come singoli ma pensando solo al risultato finale. Il talento poi si vede anche nella qualità dell’esecuzione e nella capacità di incastrare le varie parti, a volte il difficile sta proprio nel fare le cose semplici.
C’è un musicista con il quale vorreste collaborare un giorno?
-Siamo molto orgogliosi delle varie collaborazioni fatte, finora, dal nostro esordio tra guest e produttori abbiamo lavorato con alcuni artisti che sono sempre stati tra le nostre principali influenze, vedi Scott Atkins e Jona Weinhofen su “Concerto For The Undead” e Brandan e Mick su “The Undertaker EP”, senza nulla togliere ad Ettore Rigotti sul nostro secondo EP e sul nostro album d’esordio ovviamente. Non saprei chi indicarti come altra persona in particolare, sulla nostra strada continuiamo a trovare musicisti strepitosi che una volta conosciuti si rivelano anche persone splendide, quindi in futuro speriamo di poter creare nuove occasioni di collaborazione!
Siamo arrivati alla conclusione. Vi va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?
-Ringraziamo te e Informazione Metal per lo spazio a noi concesso, e invitiamo i vostri lettori a visitare il nostro sito www.stigmahc.com per visionare date, merchandising e aggiornamenti sulle nostre attività ! Vi ricordo inoltre che su iTunes, Amazone, Cd Baby e altre piattaforme è disponibile in download “The Undertaker Ep”, dategli un ascolto e fateci sapere cosa ve ne pare!
Intervista di Maurizio Mazzarella
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