Ansa News

lunedì 8 febbraio 2010

HAMLET - La Puta Y El Diablo


Vengono dalla Spagna questi Hamlet, band con ben otto album alle spalle (questo è infatti in nono) non molto noti per la verità, nonostante una carriera nel complesso anche lunga se vogliamo, con un confinamento per la maggiore nella propria terra d'origine. Fattore determinante, il fatto che gli Hamlet cantano in lingua madre, un aspetto che a volte dovrebbe essere simbolo di nazionalità e d'orgoglio, ma che alla fine risulta quasi sempre un limite. Con questo nuovo "La Puta Y El Diablo", gli Hamlet arrivano finalmente ad un'etichetta di spessore e di livello internazionale, ovvero la Roadrunner e cercano di farsi largo nella scena metal mondiale con il proprio stile ruvido, robusto e particolarmente vigoroso. Uno stile quello degli Hamlet, legato per la maggiore agli insegnamenti estrapolati da quelle band che andavano per la maggiore negli anni novanta. Questa band iberica, suona infatti un groove metal di spessore, ma non del tutto originale, se pur ben eseguito e di buon livello tecnico, con fortissimi echi di Soundgarden e di Black Label Society, ma anche di Machine Head nei momenti più estremi, vedi ad esempio la violenza espressiva nella parte centrale di "La Tentaciòn", song che dal vivo potrebbe richiamare ad un pogo scatenato. Bene le linee vocali di J.Molly, calde e ruvide, ma anche molto melodiche all'occorrenza, aiutate particolarmente dallo spagnolo, che ben si sposa con questi contentuti musicali, l'unico vero e reale tributo alla musica iberica di tutto l'album, salvo qualche lieve assolo di chitarra. Conseguentemente, nonostante gli Hamlet rischino di essere associati al crossover come scena, si può tranquillamente affermare che questa è un'etichetta assolutamente fuori luogo. Fattivamente e concretamente, ci troviamo invece dinanzi a sonorità ruvide e granitiche, anche graffianti nella propria totalità, trasportate in pezzi compatti e dall'impatto molto forte, con in più una ponderata melodia. Disco non originale per concludere, ma comunque di buona qualità.

Voto: 6,5/10

Maurizio Mazzarella

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