Incredibile!!! Stratosferico!!! Eccezionale!!! Sto esagerando? Bè, provate ad ascoltare questo disco e vediamo? Solitamente quando quattro musicisti del calibro di Mike Portnoy, Pete Trewavas, Roine Stolt e Neal Morse si staccano temporaneamente dalle loro band principali per suonare assieme si parla di side project di lusso, messo su sicuramente per produrre buona musica ma anche, e perché no, per arrotondare. Ed è proprio quello che ognuno di noi ha pensato quando i nostri hanno rilasciato il primo album nel 2000, il secondo nel 2001 con relativi live cd e dvd!!! Signori miei non è questo il caso. Abbiamo aspettato otto anni per avere tra le mani quello che è un autentico capolavoro prog. I quattro musicisti hanno atteso il tempo giusto per ritrovarsi con rinnovato entusiasmo e con la voglia di essere una vera e propria band che respira autonomamente. E’ proprio questa la prima sensazione che ci assale durante l’ascolto: quella di avere di fronte un gruppo coeso dove le influenze delle bands di provenienza sono percettibili solo perché sappiamo che esistono…Piuttosto quelle che si odono senza essere citate apertamente sono le influenze di chi ha fatto la storia del prog, come Yes, Genesis, King Crimson ma anche Kansas nei momenti più aor e Beatles nei cori. Credetemi, è un piacere sentire Mike Portnoy con uno stile molto misurato, a servizio delle composizioni, senza strafare e dove il virtuosismo e l’esperienza vengono fuori sempre al momento giusto. Come immensa è la prova degli altri tre musicisti sempre secondo i canoni descritti per il drummer dei Dream Theater. Il lavoro è costituito da un unico brano che si snoda in dodici parti con temi musicali che si ripetono e tengono sempre desta l’attenzione dell’ascoltatore lasciandolo con la voglia di ripremere il tasto Play alla fine del disco. Nessuna esitazione, da avere!!!
Voto: 10/10
Salvatore Mazzarella
(Ncore-webmagazine)
Voto: 10/10
Salvatore Mazzarella
(Ncore-webmagazine)
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