HOLYHELL - HolyHell

Ci sono poche parole a volte per descivere un grandissimo disco, differentemente si possono scrivere fiumi di pagine per rimarcare la grandezza di una band. Gli HolyHell vengono dagli Stati Uniti d'America, per la precisione dalla città di New York e dopo l'EP "Apocalypse" uscito circa due anni fa, esordiscono sul mercato discografico con il supporto della Magic Circle Music del mitico Joey DeMaio, con un proprio album omonio. La formazione della band è da brividi, alla voce c'è la bravissima Maria Breon, autrice di una prestazione a dir poco magnifica, alla chitarra troviamo l'eccezionale Joe Stump, musicista di fama mondiale che non ha bisogno di presentazioni e che in "HolyHell" dona un contributo che va oltre l'eccellenza, alla batteria ed alle tastiere troviamo rispettivamente Kenny Earl "Rhino" Edwards e Francisco Palomo che hanno prestato la propria opera ai Manowar, mente al basso c'è Jay Rigney dei Reign Of Terror. Detto questo, gli HolyHell affondano le proprie radici nel power metal di tipo sinfonico, mostrando una moltitudine di punti in comune con i nostrani Rhapsody Of Fire, anche se sono evidenti alcuni richiami ai Nightwish dei primi lavori in studio. A prescindere dalle influenze, questa band gode di una spiccata personalità, oltre che di incredibili doti tecniche che impreziosiscono ulteriormente canzoni pressoché perfette. Tra fraseggi veloci ed intensi ed atmosfere ispirate dai connotati poetici, trovano posto strumentali sopraffini, che fungono da elegante cornice alla raffinata voce di Maria Breon, con Joe Stump che ricorda il miglior Malmsteen. La produzione è ottima e dona al disco un suono molto moderno ed all'avanguardia e le varie canzoni usufruiscono di un impatto molto forte, che gli consente anche una facile assimilazione. "HolyHell" nei suoi settanta minuti complessivi di durata, scorre in modo fluido e dinamico e si beve tutto d'un fiato per la sua immensa qualità. Grande disco.

Voto: 8/10

Maurizio Mazzarella