Vi dice nulla il nome Ed Warby? Questo grandissimo musicista, viene dall'Olanda ed ha prestato la propria opera come batterista a band ed artisti di notevole spessore come Gorefest, Elegy, Lana Lane, Star One ed Ayeron. Nonostante questa grossa mole d'impegni, non sazio ed ancora impossibilitato dall'eprimere il proprio estro nella sua totalità, ha deciso di dar vita ad un nuovo progetto, ovvero The 11Th Hour, che si discosta in modo palpabile da un punto di vista musicale dai progetti che lo hanno coinvolto sino ad oggi. Si, perché se in precenza il buon Ed Warby si è divertito passando dal death al progressive metal, passando dal symphonic, con i The 11Th Hour si è dirottato verso un altro settore, ovvero il doom metal. Finito? Assolutamente no, perché sempre il buon Ed Warby, non si è limitato in questo album d'esordio "Burden Of Grief" a suonare esclusivamante la batteria, ma ha dato sfogo a tutta la sua arte oltre che sedensosi dietro le pelli, anche suonando la chitarra, il basso e le tastiere, con il solo aiuto di Rogga Johansson per tutte le linee vocali, sia per le parti death che per quelle pulite. Cosa ne è venuto fuori? Un disco assolutamente eccellente, ben prodotto e suonato in modo impeccabile, impreziosito anche da una forte dose di passione, perché finalmente Ed Warby ha suonato quello che realmente voleva fare e non quello composto da altri musicisti. Stilisticamente questo progetto deve molto a band come i Candlemass ed ai primissimi Cathedral ed a tutti gruppi che in questo genere hanno fatto scuola, ma c'è anche un sound più attuale, infatti sono palpabili alcuni lievi riferimenti ai Nevermore e sono assolutamente evidenti invece fortissimi tratti dei migliori My Dying Bride, anche se nel complesso questo musicista mette in mostra una pregevole personalità. Piace anche della musica composta per i i The 11Th Hour, anche l'uso ponderato di lineamenti gotici, che ricordano in alcuni momenti quei Paradise Lost che stavano per spiccare il volo, ovvero quelli di Gothic e Shades Of God. Se vogliamo adnare a trovare il pelo nell'uovo, l'unica pecca sta nel fatto che i singoli brani sono troppo maestosi e poco fluidi e scorrevoli, risultando compatti e privi di un impatto immediato. Ciò non toglie che il disco è buono e che chi apprezza questo genere apprezzerà anche Burden Of Grief.
Voto: 7/10
Maurizio Mazzarella
Voto: 7/10
Maurizio Mazzarella
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