Ansa News

lunedì 24 agosto 2009

HYRA - Seek For Salvation


Buon disco per gli Hyra, una band giovane dotata di buone potenzialità, che con questo "Seek For Salvation" irrompe in modo deciso sul mercato discografico. Fondamentalmente le radici musicali sono sepolte nel death metal, ma si spazia anche verso il thrash più massiccio e crudo e l'hardcore, districandosi anche tra le varie dimensioni del death metal stesso, con una strazzata d'occhio alla scena svedese come a quella tradizionale americana. La capacità principale degli Hyra quindi, è proprio quella di fondere sonorità diverse, in un mix tra Dismember, Obituary, Death, Deicide, At The Gates e Slayer, senza dimenticare i Fear Factory ed i mitici Sepultura dei tempi d'oro, destreggiandosi su uno stile tradizionale che volge lo sguardo al futuro in modo disinvolto. La tecnica della band è discreta ed il disco nel complesso, gode di una buona produzione che valorizza ulteriomente ogni singolo brano. Passando al disco nel particolare, la partenza è affidata ad un intro crepuscolare ed introspettivo dalle tinte oscure, che lascia ampiamente presagire quelli che sono i contenuti successivi del disco, "Last Breath" a seguire, è un pezzo compatto e dall'impatto molto forte, dove gli Hyra mescolano la potenza e la rabbia con la tecnica, "Depression/Regression" decolla lentamente destreggiandosi all'interno di un muro sonoro impenetrabile rinvigorito da chitarre granitiche e taglienti, "Let The Dead Bury The Dead" invece, è in assoluto uno degli episodi più estremi del disco che rimarca l'eccellente contributo della sezione rimtica. Con "No Mercy" sono le chitarre a ritagliarsi un ruolo da protagonista, con una modulazione che eccelle da ogni dimensione, "Coward" si adagia su ritmi essenzialmente lenti, ma sempre incisivi e pungenti, "Lord Belial" spiazza e soprende per le proprie partiture imprevedibili e per i propri arpeggi orientaleggianti, mentre "Life In Pain", giova di spunti tecnici di vibrante interesse. Nella parte finale del disco, "Burining Mind" recupera un sound più tradizionale, ma sempre efficace, "Can't Believe" e "Seed Of Brutality" confermano una cura degli arrangiamenti priva di pecche, la conclusiva "I Hate" infine, riassume nel complesso le peculiarità di un disco qualitativamente di pregevole valore.

Voto: 7/10

Maurizio Mazzarella

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