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venerdì 12 giugno 2009

STEVE VAI – Report Clinc Go West Roccaforzata (Ta) 23-04-09


Serata indimenticabile per la Puglia nella sua totalità e per la provincia di Taranto in particolare. Il mitico Steve Vai, tra i migliori chitarristi del mondo in senso assoluto, è stato di scena per una clinc presso il Go West di Roccaforzata nella provincia ionica. Il locale tarantino per l’occasione, ha ospitato un folto numero di spettatori, giunti non solo dal territorio pugliese, ma anche da diverse zone del sud della penisola italica. Accolto da un autentico boato, Steve Vai con straordinaria ed impeccabile puntualità, sale sul palco del Go West avvolto tra gli scroscianti applausi del pubblico presente. L’ex ascia dei Whitesnake con un inchino, ringrazia sentitamente con il classico “grazie mille” e da inizio alla serata con un sensazionale strumentale di lunga durata che mostrano un Vai dinamico e versatile, variegato nel proprio stile, capace di estasiare con il suo tocco sulle corde, mai rabbioso, ma comunque energico e nello stesso tempo vellutato. Il buon Steve, che durante la propria esibizione non vuol essere fotografato, si muove su se stesso estasiando grazie alle note che fuoriescono dalla sua chitarra bianca, per una musica che si adagia su ritmi lenti per poi passare in un batter d’occhio ad armonie più veloci che rimarcano la grande classe dell’artista statunitense. Tra suoni distorti e contemporaneamente raffinati, Vai evidenzia una grande grinta ed uno straordinario carisma, oltre che ad una tecnica sopraffina. Il suo abbigliamento inoltre, contraddistingue quello che lo stile dello stesso Vai, corredato dai suo classici jeans aderenti, dalla sua lunga collana, dalla sua maglia attillata e dai suoi occhiali dalle lenti opache. Dispiaciuto per l’assenza della sua band che lo accompagna nelle esibizioni dal vivo, Steve Vai può dar vita al proprio set strumentale grazie ad un personal computer portatile rigorosamente bianco, con l’ulteriore aiuto di una traduttrice che gli consente di dialogare con i tanti fan accorsi per una serata dal sapore indimenticabile. In un italiano stentato, ma comunque molto chiaro, Steve Vai narra i particolari più vibranti della sua vita e della propria carriera, conditi da battute e storie ad effetto. “Ho imparato a scrivere musica prima che a suonare la chitarra”, oppure, “vedevo la chitarra e mi eccitavo”, momenti d’ilarità che consentono di conoscere prima l’uomo e successivamente l’artista, per poi andare a scoprire e quindi a comprendere in modo più approfondito quello che è il talento di uno dei chitarristi che ha senza dubbio fatto la storia di questo strumento. Si parte dalla sua adolescenza e dai suoi tredici anni, quando ebbe tra le mani la prima chitarra, passando per le prime lezioni con il maestro ed amico di sempre Joe Satriani, senza mai scordare le influenze dell’epoca, come i Led Zeppelin e le prime affermazioni con Frank Zappa, da dove realmente partì la carriera di Steve Vai scrivendo spartiti, “la lezione più grande e spaventosa della mia vita”, a dire dell’ascia americana. Ecco poi giungere il primo disco e le collaborazioni con David Lee Roth e Whitesnake, due rampe di lancio verso il successo. Un successo nel segno della musica pesante, intervallata dalla composizioni di Tom Waits, uno dei suoi musicisti preferiti. Steve Vai nella sua giovialità e nelle sue autentiche lezioni di chitarra, rimarca le proprie origini italiane e parla anche dei suoi amici. “Malmsteen? E’ molto veloce, conoscerlo significa amarlo”. Ma la musica sono i momenti di maggiore attrazione dello show, Vai muove le dita sulle corde della chitarra con una rapidità mostruosa ed un’eleganza spiazzante, dove anche le cose più difficili diventano facili. Nei suoi movimenti limpidi ed armoniosi, si nota la straordinarietà nel passare da suoni all’avanguardia ad uno stile più classico, dove è impossibile percepire cosa verrà fuori dalla chitarra che, a volte, sembra parlare. Da un punto di vista prettamente tecnico, non ci sono parole per descrivere Steve Vai. Capitolo batteristi. “Ho suonato con i migliori: Virgil Donati, Vinnie Colaiuta, Greg Bisonette, ma il più geniale è Terry Bozzio.” Steve Vai per i presenti è una divinità, spiega esercizi tecnici in modo dettagliato, narra come spaziare tra generi e stili differenti, consigliando a tutti gli amanti dello strumento di specchiarsi mentre si suona. Suoni morbidi e quasi spaziali, momenti virtuosi, fraseggi profondi, intensi e fortemente ispirati. Si entra poi nell’intimo e nei gusti nell’artista, che ricorda in modo nostalgico l’esperienza nel film “Mississipi Adventure” e rimarca il talento di Devin Townsend: “ascolto tutto quello che lui produce”. Tra melodie poetiche ed esercizi didattici, si arriva alla parte finale della clinc dove Steve Vai duetta con alcuni presenti, in particolare, con un piccolo fan di nove anni che diventerà l’attrazione della serata. Salutato dal calore del Go West, Steve Vai pone fine allo show, concedendosi ai fan per foto ed autografi che immortalando quello che per molti sarà un giorno incancellabile. Complimenti infine a Ciccio Nigro ed a tutto lo staff del Go West di Roccaforzata.

Maurizio Mazzarella

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