Gli Underoath vengono dalla Florida e sono attivi ormai da almeno tredici anni. Questo nuovo "Ø (Disambiguation)" edito dalla Roadrunner Records, è il loro settimo album in studio, che giunge a distanza di due anni dal precedente "Lost in the Sound of Separation". Musicalmente, siamo nel campo del metalcore, dove la band dimostra di aver quasi del tutto abbandonato la propria matrice groove metal e deathcore, in favore di sonorità più alternative. Ne viene quindi fuori un disco energico, rabbioso ed aggressivo, ma anche estremamente melodico. Nel senso che gli Underoath abbracciano un sound molto moderno ed attuale, dando la netta sensazione di volersi evolvere, mettendo da parte quello che è stato il loro passato, senza rinnegarlo. "Ø (Disambiguation)" per farla breve, non è un disco commerciale, anche se ha molto per piacere alle masse. Ci sono tutte le componenti che deve avere una band estrema nella musica degli Underoath, ma ci sono anche quei ritornelli orecchiabili che a volte ti spiazzano, ma che fondamentalmente non vanno mai oltre i limiti e che rendono assimilabile a tutti un disco dall'apparenza poco digeribile. Con onestà manca il potenziale "hit" e da questo punto di vista gli Underoath devono comprendere da che parte stare, ovvero se arrivare anche loro ad MTV, come tante band dello stesso settore, o restare in una scena più underground. Disco nel complesso buono, consigliato solo agli amanti del settore.
Voto: 6,5/10
Maurizio Mazzarella
Voto: 6,5/10
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