Dopo una serie di vicissitudini infelici e diversi cambi di formazione, tornano sul mercato discografico dopo ben cinque anni di assenza i The Defaced, band svedese nata sul finire degli anni novanta dal connubio di alcuni musicisti provenienti da Darkane, Soilwork e Kayser. “Anomaly”, edito per la nostrana Scarlet Records, ci mostra una band notevolmente evoluta e più compatta rispetto ai precedenti lavori “Karma In Black” del 2003 e “Domination Commence” del 2001, con componimenti maturi, ispirati e fluidi. Da un punto di vista prettamente tecnico la band si dimostra impeccabile ed anche la produzione è curata nel minimo dettaglio. La proposta musicale fondamentalmente è rimasta quella del passato, i The Defaced suonano un death metal melodico in stile Dark Tranquillity, Children Of Bodom e soprattutto In Flames, giovando di un sound molto moderno ed attuale. La formazione di “Anomaly” vede Jens Broman dietro il microfono, Swaney e Klas Ideberg alle chitarre, Mattias Andersen al basso e Henrik Pommercon alla batteria. L’album parte con “Remaining Eternal”, una song diretta e potente, aggressiva ed energica, priva di eccessivi virtuosismi con uno stile riconducibile ai Soilwork, “Flame To Life” a seguire, è un pezzo crudo ed incisivo, con un sound ultramoderno e con palesi tracce degli In Flames più recenti, influenza ben presente anche nella conclusiva “The Test” che ricalca le sonorità di “Colony” e “Clayman”. “Blood Of Emeralds” è un brano versatile e dinamico, con chitarre ruvide e graffianti e con una melodia molto attraente, “In Solitude Entwined” evidenzia la cura maniacale degli arrangiamenti in una delle canzoni più intense ed ispirate di “Anomaly”, mentre “The Perfect Shame” è un pezzo egregiamente variegato dove partiture violente si fondono con sonorità armoniche. “Circle VIII” esprime il lato più violento dei The Defaced, la band estremizza al massimo il proprio sound anche in “Imprisoned Insolence” dove si nota un suono più tradizionale in stile Pantera e Slayer ed in “Turn To Incomplete” dove sono evidenti alcuni riferimenti agli At The Gates. “Renewal Defined” è uno dei momenti più alti del disco, la band rallenta il ritmo in un brano molto profondo dalla melodia penetrante ed avvolgente, “The Fundamental Human Neurosis” infine, è un pezzo spiazzante per stile ed esecuzione dove la band mette in luce un volto introverso e malinconico. In conclusione, è inutile dire che per chi ama la buona musica questo è un disco altamente consigliato.
Voto: 7/10
Maurizio Mazzarella
Voto: 7/10
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