Ansa News

giovedì 25 marzo 2010

DESTINITY - XI Reason To See


Stentavo a credere alle mie orecchie, per questo fissavo incredulo il nome del gruppo. Pensavo: “ma questi sono i Cradle of Filth!!!!”. L’intro dell’album diceva già tanto, perché il lavoro dei transalpini Destinity subisce il plagio della Symphonic/black band anglosassone con una abbondante spruzzata malvagia di Emperor e Dimmu Borgir. Manca, però, lo screaming graffiante di Dani, particolare da non sottovalutare. Le undici tracks di “XI REASON TO SEE” , settima fatica del gruppo, scorrono in maniera fluida e tratti dirompente, ma l’opera, seppur di ottimo livello, presta il fianco al “già sentito”. In ogni caso colpiscono alcune tracce come “To Touch The Ground” dal ritmo cadenzato e allo stesso tempo denso, ma anche la velocissima e violenta “Your Demonic Defense”. Prestate attenzione a “Rule of the Rope”, senza dubbio una delle poche songs che riesce davvero a trascinare e incuriosire l’ascoltare per la varietà delle sue sfumature. Il cantato è caratterizzato da un growl impetuoso e autorevole sapientemente miscelato a cori e single vocal in clean. La tecnica della band è sicuramente apprezzabile, ma in alcuni frangenti lascia in bocca il retrogusto del “tutto previsto”. In alcuni frangenti le tonalità diventano thrash, anche se gruppi come Pantera e Sepultura restano distanti anni luce. Qualche spunto interessante emerge dalla ben strutturata “Silent Warfare”, traccia in cui è presente un accenno ambient. Incalzante l’incedere e la metrica di “Self Lies Addiction”, dove è la doppia cassa a farla da padrone, almeno a tratti. Complessivamente l’opera è di buon livello, ma manca l’effetto sorpresa capace di offrire il definivo salto di qualità e di fare vibrare le corde dell’ascoltatore. Le emozioni latitano.

Voto: 6/10

Enrico Losito

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