Ansa News

venerdì 4 settembre 2009

STRATOVARIUS - Polaris


Soffermarsi sul concetto che gli Stratovarius siano esclusivamente la creatura di Timo Tollki, può essere una constatazione legittima, ma presenta comunque dei grossi limiti. Quella band ha avuto un proprio passato, glorioso in alcuni momenti, meno fortunato in altri, ma ha vissuto un determinato percorso che si è definitivamente esaurito. Ora c'è un'altra band, con altri musicisti, che conservano questo nome a prescindere da chi l'ha partorito e provano a dare un senso a quella che è la propria musica. Ed è questa la constatazione determinante, ovvero la musica, che deve necessariamente stare al centro di ogni cosa. Gli Stratovarius, sono quindi in mano al trittico composto da Johansson, Micheal e Kotipelto, è un particolare bizzaro, ma è questa la realtà di un dettaglio comunque non trascurabile soprattutto da un punto di vista prettamente tecnico. Detto questo, andando dritti al sodo, senza effettuare tortuosi giri di parole, "Polaris" è il classico disco che ogni tipico fan degli Stratovarius si aspetta, con una produzione assolutamente limpida e pulitache valorizza il classico heavy power suonato dalla band, infarcito di tinte neoclassiche, con diversi richiami più tradizionali ai mitici Rainbow, vedi "Emancipation", o momenti corredati da delicate chitarre acustiche, dato riscontrabile in "When Mountains Fall", senza dimenticare brani particolarmente rocciosi e dall'incredibile rapidità d'esecuzione come "Higher We Go" e "Deep Unknow". Nel proprio complesso, "Polaris" funziona bene e per questo è più che doveroso porgere un plauso al neo chitarrista Matias Kupiainen, che se la cava in modo egregio nel pesante ruolo di nuovo chitarrista, raccogliendo un'eredità che per un musicista privo di carattere, grinta e carisma, sarebbe stato particolarmete difficile da sostenere. Proprio Matias Kupiaines, si distingue nel disco per la sua notevole preparazione tecnica, che balza agli occhi, o meglio alle orecchie, soprattutto durante l'esecuzione dell'assolo presente in "Somehow Precious". L'ardua sentenza alla fine, è comunque destinata ai fan, che possono promuovere a pieni voti o bocciare senza mezze misure il nuovo corso degli Stratovarius. Noi facciamo una scelta diversa, ci schieriamo dalla parte della buona musica e "Polaris" è un disco che di buona musica ne contiente tantissima!

Voto 7/10

Maurizio Mazzarella

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