Ansa News

giovedì 24 settembre 2009

RESURRECTURIS - Nessuna voglia di morire


Intervista agli italici Resurrecturis, ci risponde il chitarrista della band Carlo Strappa:

Siete appena usciti sul mercato discografico con un nuovo album in studio, potete presentarlo ai nostri lettori?

-Il nuovo disco si chiama “Non Voglio Morire”. È il primo capitolo di una dialogia incentrata sulle attività che occupano la maggior parte del mio tempo: la creazione artistica e l’attività lavorativa. Questo primo disco parla del mio rapporto con la musica. Una storia iniziata quando ero appena un ragazzino e che continua ancora oggi quando un uomo fatto torna la sera a casa e imbraccia ancora una volta la chitarra per dare una forma alle cose che ha in testa. È un disco piuttosto lungo, che presenta atmosfere molto diverse tra loro, cosa che ha fatto storcere il naso a tanti puristi che preferiscono lavori più omogenei e forse facili da comprendere. Per noi questa multiformità è stata quasi una scelta obbligata. Dovendo raccontare un lasso di tempo così vasto (più di 20 anni) non era pensabile di riassumere il tutto con una formula musicale unica. Io come persona ho fatto dei cambiamenti enormi in questo lasso di tempo, pertanto era naturale far emergere questa cosa anche nella musica, altrimenti si sarebbe creata una frattura con i testi. L’artwork è stato curato da un giovane pittore emergente italiano, Samuele Santi, che ha prodotto appositamente alcuni lavori per il disco. Poi abbiamo preso la decisione di far uscire il tutto come digipack, allegando anche il booklet con i testi ed un bonus DVD con il videoclip che abbiamo girato per “The Fracture”, il making of del video ed alcune tracce live. Insomma abbiamo cercato di fare un lavoro curato sotto tutti i punti di vista.

Come è nata la vostra band e quali sono le vostre origini?

-Ci siamo formati nel 1990 anche se l’attività musicale vera e propria è cominciata solo nel 1995 con l’uscita del nostro primo demo tape, “No Flesh Shall Be Spared” – sai, a quei tempi le band ci mettevano qualche anno per arrivare a registrare qualcosa… Non sono sicuro di capire cosa intendi con le nostre origini, comunque veniamo dalle marche, la nostra base storica è Fermo, anche se adesso io non vivo più lì da moltissimi anni. Del nucleo originario sono rimasto solo io, gli altri, fortunatamente per loro, adesso fanno altro nella vita. Sono stato io a dare origine al tutto spinto dal grande amore che provavo per la musica. Considera che all’epoca nei dintorni ero l’unico ad ascoltare Master, Carcass, Napalm Death, ecc. Quindi non è stato per niente facile mettere insieme una band. Comunque alla fine ce l’ho fatta, e così sono cominciati i guai…

Come è nato invece il nome della band?

-L’ho sognato! Stavamo cercando il nome per la band e passavo ore e ore col vocabolario di inglese a cercare una parola efficace e cazzuta. Poi ho sognato l’ingresso del cimitero dove è sepolto mio fratello ed il nome è piaciuto anche agli altri. Probabilmente si tratta di un nome “sbagliato”, nel senso che è lungo e che nessuno è proprio sicuro di pronunciare nella maniera corretta. Però devo dire che ci rappresenta bene. “Per coloro che risorgeranno”, questa band ha avuto così tante morti e risurrezioni che direi che il nostro destino musicale è ben rappresentato dal nostro moniker.

Ci sono delle tematiche particolari che trattate nei vostri testi o vi ispirate alla quotidianità in genere? Che peso hanno di conseguenza i testi nella vostra musica?

-Una cosa di cui mi sono convinto negli ultimi anni è che per partorire liriche credibili, devo parlare di cose che conosco bene e che mi toccano da vicino. Parlare del Darfur o della Palestina, che sono temi molto più importanti di quelli di cui tratto io oggi, non funziona per me. Ti faccio un esempio: nel nostro primo disco, “Nocturnal” (1998), avevamo una canzone che si chiamava “Born Defeated” che parlava dei giovani militari che perdono la vita nei conflitti. Ora io ho delle idee in merito, ma sono stato obiettore di coscienza e non ho mai vissuto la realtà di una guerra. Sullo stesso disco invece c’è “Il Male Contro Il Male”, che parla di come molta gente sia sempre sul piede di guerra, inutilmente aggressiva e sempre sulla difensiva. Ecco, questa è una cosa che ho sperimentato molte volte negli anni. Se metti a confronto quelle liriche ed alla fine le due canzoni nel loro insieme ecco che emerge un impatto molto più forte nella seconda. Quindi per tornare alla tua domanda, direi che nei miei testi il mio vissuto è assolutamente preponderante e che i testi hanno una notevole importanza nell’economia del nostro lavoro.

Quali sono gli elementi della vostra musica che possono incuriosire un vostro potenziale ascoltatore e quali sono quindi le qualità principali del vostro nuovo album?

-La grande varietà del nuovo disco dovrebbe essere un motivo di interesse, se uno è sufficientemente aperto per accettarla. Abbiamo cercato di eccellere in tutti questi diversi stili ed in parte ci siamo sicuramente riusciti. È una sfida che non molte band accettano nell’arco di un solo disco…

Come nasce un vostro pezzo?

-Dopo una lunga gestazione che faccio da solo a casa, porto il pezzo in sala prove e lo arrangiamo insieme a volte stravolgendolo in maniera radicale, altre volte semplicemente arricchendolo di ulteriori elementi. I testi vengono stesi alla fine, quando la musica è definita e c’è un’idea per la linea melodica della voce.

Quale è il brano di questo nuovo disco al quale vi sentite particolarmente legati sia da un punto di vista tecnico che emozionale?

-Le canzoni più divertenti da suonare per me sono “The Origin”, “Save My Anger”, “Away From The Flock” e “Walk Through Fire”. Sul piano emozionale invece la scelta è veramente difficile. “The Artist”? “In Retrospective”? “Where Shall I Go From Here”? Davvero non ti so rispondere. Dipende dalla giornata e dal mood.

Quali band hanno influenzato maggiormente il vostro sound?

-Napalm Death, Master, Carcass, Death, Repulsion, The Dillinger Escape Plan, Metallica, Kiss, Radiohead, ed un milione di altri…

Quali sono le vostre mosse future? Potete anticiparci qualcosa? Come pensate di promuovere il vostro ultimo album, ci sarà un tour con delle date live?

-La promozione del disco è stata impostata al meglio delle nostre possibilità. Abbiamo cercato di sopperire alle carenze della Casket/Copro, la nostra casa discografica, che come d’abitudine ha fatto male la metà di quello che aveva promesso di fare bene. Quindi ci stiamo appoggiando ad un paio di agenzie di promozione per la Germania e per l’Italia. Dopodichè abbiamo speso un mucchio di tempo e soldi a contattare webzines, radio e magazines in giro per il mondo cercando di far ascoltare il nostro disco. Tutto questo lavoro è stato in parte ricompensato, perché se dai un’occhiata a Google, troverai un bel numero di recensioni sul nostro disco. Il nostro videoclip su YouTube è stato visto già più di 4000 volte, che non è male per la nostra piccola band, inoltre è stato anche video del mese in un programma televisivo in Croazia, oltre ad essere trasmesso anche da altre stazioni televisive in giro per il mondo. Nel frattempo abbiamo rimesso in piedi la nostra formazione aggiungendo un nuovo cantante ed un nuovo chitarrista e adesso a partire da Novembre ricominceremo anche con le date dal vivo. La prima dovrebbe essere al Meeting delle Etichette Indipendenti di Faenza. Seguirà un tour vero e proprio.

E’ in programma l’uscita di un album dal vivo o magari di un DVD?

-No, niente del genere. Comunque sul bonus DVD di “non Voglio Morire” ci sono degli estratti dalla nostra partecipazione al festival tedesco Fuck The Commerce.

Come giudicate la scena musicale italiana e quali problematiche riscontrate come band?

-Sicuramente in Italia c’è molta gente che chiacchiera molto ed agisce poco, e questo è sicuramente un problema. Le cose sono molto migliorate oggi, rispetto a quando abbiamo iniziato, anche se noi siamo molto meno noti oggi rispetto ad allora, visto che negli ultimi 5 anni ci siamo sicuramente dedicati molto più all’estero che non all’Italia. Lo dico senza rimpianti e senza snobismo, non c’erano per noi le condizioni che ci permettessero di fare date in giro per l’Italia nei w-e, e quindi abbiamo dovuto concentrarci esclusivamente sui tour all’estero. Speriamo di riprendere anche con l’Italia con questo nuovo disco…

Internet vi ha danneggiato o vi ha dato una mano come band?

-Internet è una grande possibilità per una band che si sforzi di capirne i meccanismi. Per quanto ci riguarda noi permettiamo il download libero di tutta la nostra discografia, compreso l’ultimo disco, in formato Mp3 dal nostro sito internet, www.resurrecturis.com. Guardando i log di accesso ho contato migliaia di download dell’ultimo album da tutto il mondo. Difficilmente i canali tradizionali ci avrebbero potuto permettere di raggiungere così tante persone con i nostri mezzi limitati.

Il genere che suonate quanto valorizza il vostro talento di musicisti?

-Non è sicuramente un punto che mi interessa. La cosa importante sono le canzoni, non quanto esse siano difficili da suonare. Sicuramente ogni cosa viene fatta al massimo delle nostre possibilità, ma questa è una cosa completamente diversa.

C’è un musicista con il quale vorreste collaborare un giorno?

-Paul Speckmann (Master) è un grande amico ed un ottimo cantante. Ha fatto numerosissime volte delle comparsate con noi dal vivo, suonando “Funeral Bitch”. Che classico!! Avevamo parlato di averlo come cantante su “Non Voglio Morire”, ma i suoi impegni non hanno fatto si che questa cosa si concretizzasse. Vedremo in futuro. Anche David Suzuki (ex Vital Remains), è una persona con cui trovo una certa affinità oltre ad essere un musicista spaventoso… Staremo a vedere.

Siamo arrivati alla conclusione. Vi va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?

-Innanzi tutto grazie per l’intervista ed il tempo dedicato alla nostra band. A quelli che stanno leggendo dico: provate a scaricare il nostro disco dal sito e farci sapere cosa ve ne sembra… Per il resto cercate di vivere una vita piena, sempre ricordando che esistono anche gli altri in questo pianeta, ma senza subirne troppo i condizionamenti! Alcuni bei film visti ultimamente: Tetsuo III, Pepperminta, Valhalla Rising, Racconti dell’età dell’oro. Dischi da ascoltare: Mastodon (scontato, eh?) Artisti da tenere d’occhio: Saturno Buttò, Daniele Cudini, Samuele Santi, Patricia Piccinini, Max Papeschi. CIAO Carlo / Resurrecturis.

Intervista a cura di Maurizio Mazzarella

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