Ansa News

martedì 14 luglio 2009

GURU OF DARKNESS - Black Metal Furente


Intervista ai siculi Guru Of Darkness, ci risponde il cantante Tsade:

Siete appena usciti sul mercato discografico con un nuovo album in studio, potete presentarlo ai nostri lettori?

-“Mater Meretrix” è a tutti gli effetti il nostro disco d’esordio. 12 tracce per quasi un’ora di black metal. Precedentemente avevamo già rilasciato qualche demo/promo. Essenzialmente erano costituiti dai brani di “Mater Meretrix” più un paio di inediti, tuttavia le songs erano ancora in fase di pre-produzione e con tanto di drum machine. Sin dai primi passi dei GoD, iniziammo a comporre e pre-registrare brani su brani, accumulando materiale per due full-lenght. Abbiamo scelto con cura la tracklist di “Mater Meretrix”, confezionando un disco carico di quelle magiche atmosfere che si respiravano quando il movimento black metal prendeva forma e si diffondeva.

Come è nata la vostra band e quali sono le vostre origini?

-Tutti noi abbiamo avuto in passato intense esperienze musicali in varie bands. Baron Cimetière e Davmass hanno militato negli HUMANITY ECLIPSE, Enlil è stato per 15 anni il chitarrista degli SCHIZO. Mentre il sottoscritto era il singer degli OPUS IN FLAMES e SECRET DREAM. La prima riunione al completo dei GURU OF DARKNESS risale al novembre del 2004. Il comune intento è stato quello di proporre un black metal degno di questo nome e realizzare dei brani che ci permettessero di esprimere le nostre emozioni più intime. Ci siamo trovati immediatamente tutti a nostro agio. Nel 2007 completiamo la line-up con l’ingresso di Asmodeo alla batteria, anche lui musicista con molta esperienza.

Come è nato invece il nome della band?

-L’idea la ebbe Baron Cimetière nel 1995. Quando quasi 10 anni dopo il progetto ha preso forma reale, tutti noi ci siamo trovati d’accordo sul moniker. Il giusto tributo per quelle figure che contornano l’umanità nello spazio-tempo, i “guru”, magari manipolando la realtà semplicemente volendolo…sapienti maestri di luce e tenebre.

Ci sono delle tematiche particolari che trattate nei vostri testi o vi ispirate alla quotidianità in genere? Che peso hanno di conseguenza i testi nella vostra musica?

-Principalmente mi occupo io di quasi tutti i testi. Cerco di sviluppare delle osservazioni a sfondo filosofico-spirituale. E’ un processo che richiede molta riflessione ed intimità. Per me è del tutto naturale e mi trovo perfettamente a mio agio in questo stato emotivo: “Call of Nenia”, “In The Hands of Evil” e “The Everwalker” costituiscono dei buoni esempi al riguardo. Ma non amo la monotonia e la ripetitività, quindi alcuni episodi hanno a che fare con eventi particolari della mia vita come in “Journey to Destiny” o “Endless Winter”. Altri parlano di questioni prettamente “quotidiane” come in “Mater Meretrix” o “Moloch Eyes”. Consideriamo i testi un aspetto davvero importante del nostro sound, non ci piace essere approssimativi.

Quali sono gli elementi della vostra musica che possono incuriosire un vostro potenziale ascoltatore e quali sono quindi le qualità principali del vostro nuovo album?

-Certamente un elemento su tutti è l’atmosfera che si respira durante l’ascolto del disco. Il feeling è quello del black metal della prima metà dei ’90, ma oggi non è affatto facile trovare un disco che abbia un sound attuale e che allo stesso tempo riesca a trasmettere, con la giusta dose di personalità, quel fulcro di emozioni legate alle atmosfere black metal più classiche. Inoltre qui in Sicilia, in ambito black metal, non crediamo sia mai stato prodotto un disco del genere: il sound di “Mater Meretrix” è di qualità e negli ultimi anni non abbiamo sentito nulla di pari livello o superiore.

Come nasce un vostro pezzo?

-Tutti i brani vengono proposti da Enlil o Baron Cimetière. In seguito si lavora un po’ tutti sull’arrangiamento e sullo stile del brano in questione, infine io scrivo ed adatto i testi. Quasi sempre l’idea di partenza è già curatissima e carica di emozioni, così non ci vuole molto per raggiungere il risultato finale nel giusto arco di tempo.

Quale è il brano di questo nuovo disco al quale vi sentite particolarmente legati sia da un punto di vista tecnico che emozionale?

-Per noi è impossibile decidere, abbiamo le nostre preferenze, ma più che il singolo episodio apprezziamo il disco nella sua interezza, poiché tutti i brani ci hanno regalato delle forti emozioni. Probabilmente un posto particolare lo ha “Moloch Eyes” per via dell’esperienza con la Extreme Video durante la realizzazione del videoclip, oppure la monumentale title track.

Quali band hanno influenzato maggiormente il vostro sound?

-Credo le classiche band scandinave dei primi ‘90 e un po’ tutto il black metal in generale. Le band che maggiormente ci hanno influenzato sono sicuramente BATHORY e MAYHEM. Ma ognuno di noi ha le sue preferenze musicali e non ascoltiamo solo black metal, adoriamo la musica oscura, nelle sue svariate forme. Dischi ne abbiamo sentiti davvero tanti…la lista sarebbe troppo lunga…

Nel vostro disco ci sono ospiti molto importanti, come siete arrivati a loro e che contributo hanno dato?

-Hanno arricchito la nostra esperienza musicale. Collaborare con loro è stato davvero un onore per noi poichè stimiamo da anni il loro operato ed hanno tutta la nostra ammirazione. Ormai per noi è impossibile immaginare quei brani senza il loro contributo. Io e Steve Sylvester siamo alle prese con la realizzazione di un interessante progetto cinematografico, che sono sicuro sarà pieno di sorprese. Teniamo molto a questa cosa e stiamo dedicando tanto tempo ad essa. Anche Culto Prietsu è coinvolto nello stesso progetto ed il suo contributo è fondamentale. Enlil invece è in ottimi rapporti d’amicizia con Giuseppe Orlando da molti anni.

Quali sono le vostre mosse future? Potete anticiparci qualcosa? Come pensate di promuovere il vostro ultimo album, ci sarà un tour con delle date live?

-Stiamo organizzando delle date dal vivo e speriamo di ufficializzare il tutto il prima possibile sul nostro sito internet e myspace. Per la promozione sia Haures rec. che Masterpiece stanno facendo un ottimo lavoro, siamo pienamente soddisfatti del loro operato e della loro professionalità. Stiamo pensando già al secondo disco, ma resteremo concentrati sulla promozione di “Mater Meretrix” ancora per un bel po’.

E’ un programma l’uscita di un album dal vivo o magari di un DVD?

-Non credo proprio, non avrebbe senso a nostro avviso un live album o un DVD, il nostro debutto è avvenuto appena 2 mesi fa. Preferiamo concentrare i nostri sforzi su altro al momento.

Come giudicate la scena musicale italiana e quali problematiche riscontrate come band?

-La crisi discografica si fa sentire, soprattutto qui in italia e nella scena black metal. Ci sono molti talenti nella nostra penisola, ma notiamo a malincuore che molti di essi non riescono a trovare delle valide opportunità, seppur meritevoli. Anche gli incompetenti abbondano, danneggiando la scena. I problemi ovviamente ci sono ma si cerca di tenergli testa, per noi GoD il problema maggiore credo sarà quello dei live, in quanto operiamo in Sicilia e questo non aiuta di certo. Qui sono ben pochi quelli in grado di organizzare dei live seri e quando ci riescono non durano mai a lungo…Noi possiamo suonare ovunque, purchè ci siano le basi necessarie per farlo.

Internet vi ha danneggiato o vi ha dato una mano come band?

Internet favoreggia e svantaggia tutte le band allo stesso tempo e noi non facciamo eccezione.
E’ ottimo per farsi conoscere, la propria band è virtualmente raggiungibile da tutti. Una vera manna dal cielo soprattutto per la scena underground, poco più di 10 anni fa una cosa del genere non ce la saremmo mai immaginata…Contemporaneamente internet danneggia l’economia musicale perché puoi scaricare tutti i dischi che vuoi senza spendere un centesimo, inoltre il supporto musicale su CD non gode di ottima salute e non si capisce bene quale sarà il nuovo standard che lo sostituirà, come in passato è avvenuto col vinile.

Il genere che suonate quanto valorizza il vostro talento di musicisti?

-Tantissimo, non potremmo desiderare di meglio. Diamo il massimo di noi stessi quando si tratta dei GURU OF DARKNESS, l’ispirazione ci trascina e il nostro modo di esprimerci viene fuori in maniera del tutto naturale. La tecnica è un mezzo ma non il fine. Per noi contano le emozioni.

C’è un musicista con il quale vorreste collaborare un giorno?

-Senza dubbio più di uno, restando qui in Italia per il sottoscritto sarebbe il massimo poter collaborare con Antonius Rex e Claudio Simonetti, veri maestri del sound oscuro. Ma anche gli altri membri dei GoD hanno le loro preferenze.

Siamo arrivati alla conclusione. Vi va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?

Vi invito a visitare il nostro sito internet ed il nostro myspace. Magari se facciamo al caso vostro date un ascolto a “Mater Meretrix”, non ve ne pentirete. Dentro vi troverete le urla della nuova progenie, sottomessa alla Madre Meretrice.

Intervista a cura di Maurizio Mazzarella

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