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venerdì 15 aprile 2011

L'IMPERO DELLE OMBRE - I Compagni Di Baal


Un'opera d'arte, un'autentica opera d'arte. E' quanto regalatoci da "L'Impero delle Ombre", un gruppo di artisti puri e veri, che attraverso le proprie noti fanno trasparire quello che è il loro amore per la musica. Il gruppo, nato inizialmente nel nostro Salento, per poi trasferirsi in terra toscana, è attivo dal 1995 e giunge con questo bellissimo "I Compagni di Ball", edito dagli amici della Black Widow, alla pubblicazione del proprio secondo album in studio, facendo ritorno sul mercato discografico a distanza due ben sette anni dall'omonimo disco d'esordio. "I Compagni Di Baal" è basato su un succulento concept ispirato ad una serie televisiva francese degli anni Sessanta che ha goduto in patria di un discreto successo. La storia ruota attorno alla setta segreta criminale dei Compagni di Baal e sulla lotta che alcuni personaggi, tra i quali un giornalista ed un poliziotto, intraprendono per arginare la violenza della setta. Da un punto di vista musicale, lo stile del gruppo è certamente molto anni ottanta. L'Impero delle Ombre assesta le proprie radici prevalentemente su un dark/prog particolarmente oscuro, che si lascia contaminare da un doom d'annata. Poi ci sono anche delle matrici wave, ma questo è un aspetto che conferma il valore assoluto di un gruppo d'immenso spessore artistico. Siamo di fronte ad un grandissimo disco, con canzoni ben composte, supportate da uno spessore tecnico fuori dal comune. Andrea Cardellino incanta con il suo tocco di chitarra molto in stile Paul Chain, stesso dicasi per il cantante del gruppo, Giovanni "John Goldfinch" Cardellino, autore di una prestazione a dir poco eccellente. Chi invece tocca il cielo con un dico è certamente Oleg Smirnoff, per molti conosciuto grazie al suo passato nei Vision Divine, nei Death SS e negli Eldritch, che ipnotizza e seduce grazie alla sue tastiere, sempre inclini al suo classico stile funambolico. Sia per intensità ed ispirazione, che da un punto di vista tecnico, "I Compagni Di Baal" si dimostra un lavoro di grandissimo livello e valore. L'unica not dolente, è nella produzione, spesso cruda e ruvida e molto anni settanta. Con un suono più pulito e moderno, il disco avrebbe certamente reso di più, ma forse avrebbe perso di un appeal che risulta assolutamente essenziale per questo tipo di musica. Ringraziamo infine di vero cuore la Black Widow per la grande gentilezza e l'immensa disponibilità dimostrata nei confronti della nostra testata.

Voto: 8/10

Maurizio Mazzarella

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