Ansa News

martedì 26 gennaio 2010

NEVERNIGHT - La Capacità di Stupire


Intervista agli italici Nevernight, ci risponde la band nel suo complesso:

Siete appena usciti sul mercato discografico con un nuovo album in studio, potete presentarlo ai nostri lettori?

Andrea - I NeverNight dopo circa 8 anni dalla loro nascita si affacciano al mondo discografico con il loro primo album ufficiale. Questo CD, omonimo, esprime la nostra voglia di distinguerci ed affermarci nel mondo della musica Metal, caratterizzando i nostri pezzi da riff taglienti e pura potenza heavy/thrash. Assicurasi un prodotto come questo significa credere nel futuro di una nuova band che ha molto da dire…E non pensate che dopo la prima canzone le altre non vi possano stupire!

Come è nata la vostra band e quali sono le vostre origini?

Andrea - La band è nata come molte altre, suonando in qualche tugurio comunale per esprimere tutti i disagi e le frustrazioni, frutto di questa malata società, attraverso la musica. Nel 2001 Dimitri Salomon (bassista) ed Erik Panazzolo (ex-chitarrista) decisero di formare un gruppo Heavy e contattarono Denis Novello (ex-batterista) e Andrea Colusso con i quali cominciò un lungo lavoro fatto di composizione e di numerose esperienze live vissute sulla propria pelle. La band da allora ha subito diverse trasformazioni e un via vai di elementi fino a raggiungere la formazione attuale.

Come è nato invece il nome della band?

Dimitri - Il nome della band nasce dal fatto che abbiamo voluto accostare due negazioni: una letterale “Never”, cioè “mai” e una temporale “Night”, cioè “Notte” che si contrappone al giorno negando la luce. La notte è accostata a spiritualità e mistero, questo affascina da sempre l’uomo, che senza luce non può avere una visione chiara dell’ambiente che lo circonda. Questo rimanda a una dimensione fanciullesca, dove la notte è madre di visioni fantastiche che un bambino crea nella propria mente. Questo è il motivo che fa nascere il nome NeverNight e la relativa maschera (The Night)impersonata nei nostri live da Davide Dussin (The Nightman) che esorcizza, fantasticamente, la parte più oscura della notte.

Ci sono delle tematiche particolari che trattate nei vostri testi o vi ispirate alla quotidianità in genere? Che peso hanno di conseguenza i testi nella vostra musica?

Stefano - I nostri testi sono molto vari, non ci fermiamo a delle tematiche ben precise. In "Nevernight" ad esempio si parla della voglia di suonare, di fare casino fregandosene di tutto. In "Still Rage" si parla della rabbia repressa che esplode tutta in un colpo. "The Road" è ispirata al romanzo omonimo di Cormac McCarthy... Insomma cerchiamo di non fossilizzarci su un unico concetto, ma lasciare libero spazio a qualsiasi idea. Non è nostra intenzione esprimere a tutti i costi un determinato messaggio tramite la nostra musica, il nostro obiettivo principale è quello di trasmettere emozione. Perciò tutto quello che emoziona noi per primi nella vita cerchiamo di trasmetterlo anche nei nostri testi.

Quali sono gli elementi della vostra musica che possono incuriosire un vostro potenziale ascoltatore e quali sono quindi le qualità principali del vostro nuovo album?

Andrea - Questo album è il sunto di tanti anni dediti al Metal e di un ultimo intenso periodo dedicato alla creazione del prodotto stesso. Durante l’ascolto di quest’album si possono notare degli intro orchestrali creati ad hoc susseguiti da riff heavy/thrash diretti e crudi. Le canzoni affrontano rivisitazioni dei diversi rami derivanti dal metal anni 80 con suoni attuali. Si può dire perciò che questo album è piuttosto vario e di sicuro non annoia, ma che il nostro stile fa da filo conduttore in tutti i pezzi. Nel CD, inoltre, si possono trovare una fantastica ballad: “Fly” e una Bonus Track “Prayer” dove è possibile apprezzare la band sotto una veste più soft.

Come nasce un vostro pezzo?

Dimitri - Fondamentalmente abbiamo due approcci diversi a seconda del tipo di canzone: quelle più dirette e potenti e le ballad. Le prime cominciano con un gran “baccano” fatto dalla chitarra di Andrea che sforna riff e ritmiche a raffica. Una volta individuate le parti migliori si aggiungono un bel ritmo incalzante di basso e la batteria e si procede quindi a costruire la canzone. Una volta completata la struttura di base si aggiunge il testo. Se poi la canzone non piace del tutto o non ci soddisfa per qualsiasi motivo si fanno le dovute correzioni. Le ballad invece sono un concentrato di melodia che nasce dalla vena romantica di Andrea, che propone al gruppo i propri arrangiamenti di tastiera e chitarra a quali si aggiungono batteria e basso. Finito l’arrangiamento musicale ci si sofferma di più sul testo perché in una ballad è molto importante il feeling che si crea tra la melodia della canzone l’interpretazione di Stefano. Se tutto fila liscio il gioco è fatto, al contrario si apportano le dovute correzioni.

Quale è il brano di questo nuovo disco al quale vi sentite particolarmente legati sia da un punto di vista tecnico che emozionale?

Stefano - Sicuramente “Nevernight” su tutti. Oltre al fatto di essere il pezzo che più ci rappresenta e che porta il nome del gruppo è anche uno tra i più potenti di tutto l’album. Forse non sarà il più tecnico, ma è molto diretto ed è sicuramente quello che ci da più spinta anche dal vivo.

Quali band hanno influenzato maggiormente il vostro sound?

Stefano - Le band che ci hanno influenzato sono tantissime. Il fatto che ognuno di noi preferisca un diverso genere di metal (chi il Thrash, chi il Prog, chi l'Heavy più classico degli '80) fa sì che nella stessa canzone si possano sentire diverse influenze. Nella stesura dei pezzi solitamente tiriamo fuori ciascuno le proprie idee e ci lavoriamo su fino a raggiungere un risultato che ci soddisfi tutti. Perciò nel nostro sound generale si possono riscontrare le influenze più varie, per citare alcuni gruppi potremmo dire: Testamet, Megadeth, Judas Priest, Symphony X... ma ce ne sono molti altri ancora.

Quali sono le vostre mosse future? Potete anticiparci qualcosa? Come pensate di promuovere il vostro ultimo album, ci sarà un tour con delle date live?

Dimitri - La nostra prossima mossa sarà quella di promuovere meglio possibile il nostro album, usando soprattutto Internet come mezzo per farci arrivare un po’ in tutto il mondo. Vi posso anticipare inoltre che stiamo facendo canzoni nuove in modo da dare un seguito a questo lavoro il più presto possibile Per quanto riguarda la sfera live cerchiamo sempre di fare più concerti possibili in modo da farci conoscere e apprezzare da sempre più persone, però non è in programma un vero e proprio Tour, almeno per ora. Le nostre date live le potete trovare su myspace e facebook:
www.myspace.com/metalnevernight
www.facebook.com/metalnevernight

E' in programma l´uscita di un album dal vivo o magari di un DVD?

Stefano - Crediamo sia ancora un po' presto per parlare di album live o di un DVD. Al momento stiamo ancora attendendo l'uscita ufficiale del nostro debutto su "Steelheart Records". Per tanto vediamo come va l’uscita di questo primo lavoro, in futuro… chissà.

Come giudicate la scena musicale italiana e quali problematiche riscontrate come band?

Dimitri - La scena musicale italiana non gode di ottima salute, siamo in tanti a dirlo. Sono pochi i posti dove fanno suonare metal e in quelli, se non riempi il locale, suoni una volta e mai più. Per quanto riguarda le band, ce ne sono tante di veramente interessanti, ma poco valorizzate. Gente che si rompe veramente le palle per dare all’ascoltatore un prodotto decente e che in live sono delle belve, ma non trovano uno straccio di contratto discografico. Dall’altra parte sono scandalizzato da gruppi ben più blasonati, con degli album dai suoni strepitosi, ma che quando vai a vederli dal vivo ti ritrovi con della gente che non sa quasi prendere in mano uno strumento. Non voglio fare nomi.

Internet vi ha danneggiato o vi ha dato una mano come band?

Andrea - Internet per ora ci ha solo dato una mano, riuscendo a farci conoscere anche a voi come a tanti altri attraverso interviste online, Myspace, Facebook, Twitter e tanti altri strumenti di comunicazione di massa. Possiamo dire che per mantenere il gruppo vivo e partecipe in questi siti dobbiamo molte volte farci in 4 e distogliere purtroppo l’attenzione dalla vera natura di una band: suonare e basta! Questa cosa è abbastanza frustrante ma l’attenzione delle persone colpite dal nostro modo di fare musica ci ripaga e ci spinge a dare sempre di più.

Il genere che suonate quanto valorizza il vostro talento di musicisti?

Andrea - Possiamo dire che il Metal è per eccellenza uno dei generi che valorizza di più il talento di ogni singolo musicista e della band nel suo insieme. Attraverso questo genere possiamo esprimerci estraniandoci letteralmente dalla quotidianità. Possiamo tradurre la nostra grinta e la dedizione che ognuno ha per il proprio strumento in musica. Noi vediamo nei concerti motivo di baldoria con i nostri amici e fans, il pogo che nasce fa aggregazione e non è mai violento. Come si fa a non amare questo genere? Noi non suoniamo altro!

C´è un musicista con il quale vorreste collaborare un giorno?

Dimitri - Ce ne sarebbero tanti, se devo parlare per me mi piacerebbe collaborare con Mike Patton alla voce, Mikkey Dee alla batteria e alla chitarra Michael Angelo Batio (ah!… Che bello sognare). In realtà gli artisti con cui mi piacerebbe collaborare, sono quelli con cui già collaboro, perché se in questi anni siamo riusciti a restare uniti nonostante le notevoli difficoltà, è perché oltre alla passione per la musica, ci unisce una forte amicizia che spero continuerà, anche se un giorno il progetto NeverNight dovesse finire (Speriamo di no).

Siamo arrivati alla conclusione. Vi va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?

Stefano - Innanzitutto grazie a te Maurizio per questo spazio e per la recensione che ci hai fatto. Noi come musicisti abbiamo sempre cercato di dare il massimo e siamo molto soddisfatti di questo disco. Crediamo di aver fatto un buon lavoro e speriamo che vi piaccia. Nel frattempo vi invitiamo tutti a farvi un giro sul nostro myspace o facebook e a dare un ascolto ai nostri pezzi.

Intervista a cura di Maurizio Mazzarella

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