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sabato 12 dicembre 2009

P.F.M. – Report Live “Palamazzola” Taranto 10/12/2009


La Premiata Forneria Marconi canta De Andrè e nel lungo tour a supporto di questo progetto, che ormai perdura da qualche tempo e dal quale è scaturita la pubblicazione di un CD+DVD dal vivo, Franz Di Cioccio, Franco Mussica e Patrick Djivas, hanno fatto tappa in quel di Taranto, presso il “Palamazzola”, che per l’occasione è stato riempito da un folto numero di spettatori. Guardandosi attorno, la capacità principale della P.F.M., oltre alle loro indubbie e straordinarie doti tecniche, è stata quella di unire almeno quattro generazioni, ma non solo, perché un’altro merito di Di Cioccio e compagni, è stato anche quello di mettere assieme fruitori di stili musicali diversi, tra amanti di sonorità forti, di tecnicismi di notevole spessore artistico e semplici ascoltatori di musica leggera, che ovviamente, si andavano ad unire ai numerosi fans della band stessa e del maestro Fabrizio De Andrè, amorevolmente soprannominato Faber. La band sale sul palco del Palamazzola con estrema puntualità, con l’incredibile Franco Mussida alla chitarra, lo stupefacente Patrick “Le Roy” Dijvas al basso e l’inarrestabile Franz Di Cioccio particolarmente abile ad alternarsi tra il microfono e la batteria, con l’ulteriore contributo del poliedrico maestro Lucio Fabbri al violino, alla chitarra ed alle tastiere, Gianluca Tagliavini alle tastiere e Pietro Monterisi alla batteria. La P.F.M. nel complesso, si esibisce come se fosse una piccola orchestra, come se fosse un automa o un insieme di ingranaggi capaci di muoversi su sincronismi perfetti. Lo show si divide in due parti, una prima dedicata al repertorio di De Andrè ed una seconda dove la Premiata Forneria Marconi dona spazio ai propri componimenti dando libero sfogo al proprio estro ed alla propria genialità. Lo show parte con l’intensa “Bocca di Rosa”, un brano che dona subito una fortissima ondata di calore sul pubblico e consente ai presenti più in avanti con gli anni di compiere un notevole balzo nel passato, quando la stessa band si esibiva con il maestro De Andrè. A seguire giunge poi “La Guerra di Piero”, dove vengono affrontati argomenti profondi e toccanti. Si respira aria di poesia pura al Palamazzola, con Di Cioccio che legge i testi dei brani da un leggio. Il pubblico presente gradisce ed applaude costantemente, provocando una scarica di adrenalina nei musicisti, specialmente in Franco Mussida, assolutamente in grandissima forma. Il tempo non è mai passato per Di Cioccio, che salta da un punto all’altro del palco con estrema facilità. La fusione tra i testi di De Andre ed il rock progressivo della P.F.M. è da brividi ed i duetti tra il violino di Lucio Fabbri e la chitarra di Mussida sono un esempio di eleganza e raffinatezza. Con “Giugno ‘73” c’è la dedica a chi vuole intraprendere la carriera di musicista, con “Zirichiltaggia”, pezzo dal testo in dialetto rigorosamente sardo, Mussida abbraccia il pubblico di Taranto ricordando il proprio periodo di naia nella città ionica, ma c’è tempo anche per “Un Giudice”, “Il Testamento di Tito” e “La Canzone di Marinella”, accompagnata dal coro del pubblico ed impreziosita da un incredibile assolo centrale di Mussida. Messo da parte temporaneamente il repertorio di De Andrè, si passa alla musica della P.F.M., con “Four holes in the ground”, dove si ritaglia un ruolo da protagonista il mitico Patrick Djivas, ecco poi “Out of the roundabout”, con il carismatico Di Cioccio che esalta il pubblico impugnando l’asta del suo microfono, adornato da una bandana sul capo e con le fide bacchette infilate nella cintura. Il repertorio della band è vastissimo ed è sempre molto attuale, con “La Carrozza di Hans”, dove si respira aria pura di rock progressivo e di anni settanta, oppure con l’ispiratissima “Maestro della Voce”, arricchita dal coro del pubblico. L’apoteosi giunge con “Il Pescatore”, tornando al repertorio di De Andrè dove il pubblico si lascia andare ad una danza inarrestabile e coinvolgente, conclusa da un’autentica ovazione per tutta la band. Dopo un brevissimo momento di pausa, Di Cioccio e compagni tornano sul palco, spiazzano tutti con l’intro di “Smoke On The Water” dei Deep Purple per passare ad “Impressioni di Settembre”, introdotta da uno strumentale maestoso ed infine al grido di “Celebration”, la chiusura è affidata ad “È festa”, dove non esistono più limiti e viene a cadere ogni barriera. Si chiude poi il sipario su una splendida serata dove a regnare è la musica nella sua totalità, un mondo nel quale l’arte può esprimersi senza confini.

di Maurizio Mazzarella

foto A.C.

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