Ansa News

lunedì 27 luglio 2009

DREAM THEATER - Black Clouds & Silver Linings


Alla fine i nostri ce l’hanno fatta a tornare a casa. E bè, si, dopo un viaggio durato ben quattro albums esclusi live cd e dvd vari…L’ultimo grande album dei D.T. era stato quel Scenes From a Memory dopo il quale, a partire da Six Degrees Of Inner Turbolence, il gruppo aveva deciso di percorrere altre strade, attuando una fase sperimentale piuttosto lunga con alterne fortune artistiche, indipendentemente dal lato commerciale che è stato sempre in costante crescita anche se questo è il secondo album per la RoadRunner (quindi non più una major) che meglio riesce a veicolare tali prodotti sul mercato. D’altro canto va detto che questa è stata una fase comunque fisiologica per un gruppo dalla caratura tecnica infinita, indispensabile per giungere alla fine a questo nuovo lavoro che metabolizza tutte le predette sperimentazioni per metterle al servizio delle composizioni, ottenendo così quello che è senza dubbio il miglior lavoro dai tempi di Scenes, dove sembra di essere tornati ad un passato più fruibile ma forte dell’esperienza maturata. Infatti tutti i brani hanno una vena catchy, hanno dei refrain cantabili ed acchiappano l’attenzione dell’ascoltatore eliminando del tutto il rischio che si possa addormentare, come accadeva nei precedenti lavori. Il gruppo ha svolto un lavoro d’impatto, ha lavorato coralmente, ognuno dei componenti ha messo la propria preparazione ed i propri virtuosismi a servizio di tutti gli altri ottenendo quindi un prodotto finale davvero notevole. I brani sono tutti piuttosto lunghi ad esclusione del primo singolo A Rite of Passage. Spiccano comunque l’introduttiva A Nightmare To Remember con un intro di piano quasi gobliniano e tappeti sinfonici di tastiere, in The Best Of Times si odono influenze wagneriane nelle progressioni sinfoniche con un finale stratosferico di John Petrucci. Ma su tutte si erge The Count Of Tuscany già ovunque soprannominata la nuova Change Of Season con venti minuti zeppi di cambi di atmosfera ed il solito finale da brivido di Petrucci che comunque in tutto il disco ha sapientemente dosato i suoi virtuosismi. Un must per i fans, sicuramente da ascoltare per tutti gli altri.

Voto: 8/10

Salvatore Mazzarella

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