Ansa News

venerdì 31 luglio 2009

CULTED - Below the Thunders of the Upper Deep


Attivi da circa due anni e provenienti dal Canada, i Culted giungono con questo "Below the Thunders of the Upper Deep" al proprio esordio sul mercato dicografico per merito dell'etichetta Relapse. Musicalmente, questa formazione canadese suona un Blackened Doom Metal dai toni particolarmente oscuri e poco fluidi, dove risulta difficile fare dei paragoni congrui, il che evidenzia la forte personalità di questa band che ha dei buoni margini di miglioramento se ci soffermiamo esclusivamente sul genere specifico, ma che in ogni caso ha prodotto un album assolutamente destinato ai fruitori di queste sonorità. A livello di componimenti, il disco è discreto, ma le discrete doti della band, vengono penalizzate da una produzione che penalizza in più d'un frangente l'album nel suo complesso. Ciò non toglie però, che chi ama questo genere, impazzirà per questo insieme di canzoni che rispettano appieno i canoni del Blackened Doom Metal. Passando al disco in modo più approfondito, si parte con "Tyrant Cold", un brano che parte in modo armonico e che nella parte inziale stenta a decollare, puntando esclusivamente su un'atmosfera oscura, per poi assestarsi su toni molto crudi e ruvidi, privo di alcun momento virtuoso, ma circondando da un muro sonoro impenetrabile e da un sound introspettivo, "Social Control" a seguire, è invece un brano più immediato, nonostante i ritmi essenzialmente lenti e poco inclini alla tecnica, ma solo ad una congrua intensità, celata da una massiccia dose di rabbia e di malvagità. "Place of Skulls" giova di una velatissima vena melodica, che impreziosisce un brano impostato su accordi poco fluidi e privi di dinamicità, ma struggenti e profondamante malinconici, "Heel On Your Neck" invece, vista anche la minore durata rispetto agli altri brani del disco, è un pezzo più immediato, dove i suoni distorti delle chitarre troneggiano in modo discreto. Nella parte finale del disco, "Gunburn" è forse il miglior momento dell'album sia da un punto di vista tecnico che compositivo, anche se con onestà, segue la scia complessiva dell'album che ci conclude con "The Latter Fire", altro pezzo dai toni malinconici e funerei in un certo senso, dove è presente tutta l'essenza dei Culted.

Voto: 6/10

Maurizio Mazzarella

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