Ansa News

sabato 14 novembre 2009

PREY - Knights Of The Revolution


Attivi da circa nove anni e provenienti dalla Svezia, i Prey fanno ritorno sul mercato discografico con questo nuovo e bellissimo lavoro "Knights Of The Revolution" a quattro anni di distanza dal proprio album d'esordio "The Hunter". Siamo nel campo del metal melodico, dove trovano spazio anche il classico A.O.R. ed il tradizionale hard rock di stampo prevalentemente americo, tanto che ascoltandoli vengono alla mente i Ten come gli ultimi Rainbow ed il Malmsteen dei tempi d'oro, ma anche i Journey come i Survivor. Andando dritti al sodo, come è facilmente intuibile, "Knights Of The Revolution" è un album che eccelle da ogni punto di vista e dimensione, gode di una prodizione pulita ed impeccabile che valorizza al massimo ogni brano che compone il disco e rimarca le fortissimi doti compositive e tecniche della formazione scandinava. I Prey non scoprono affatto nulla di nuovo, di dischi come questo è vero, sul mercato ne esistono in notevole quantità, ma quello che compone, questa band lo suona davvero molto bene, puntando su canzoni semplici e di facile assimilazione che non si perdono in articolazioni complesse, ma che allo stesso tempo non rinunciano mai alla qualità, basta ad esempio ascoltare lo splendido assolo di chitarra centrale di Deliver The Goods per avere conferma di questo concetto. Come poi non farsi contagiare dalla vellutata voce di Thomas Nyström, che in più di un frangente ricorda il miglior Gary Hughes. Piace dei Prey anche la capacità di spaziare tra momenti molto melodici come nella title-track, in possesso di un ritornello particolarmente seducente, a frammenti più energici e di rapida esecuzione come Playing With Fire, che giova di una struttura assolutamente impeccabile e di interesecazioni strumentali da pelle d'oca. Disco quindi buono nel complesso, che chi ama queste sonorità apprezzerà sicuramante all'infinito, ma "Knights Of The Revolution" è un prodotto indicato anche per chi da un punto di vista musicale ha delle vedute più ampie e non ama focalizzarsi su un unico genere.

Voto: 7/10

Maurizio Mazzarella

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