Ansa News

lunedì 12 ottobre 2009

KISS - Sonic Boom


Dopo ben undici anni dal precedente Psycho Circus, che aveva sancito il ritorno della line up originale con Ace Frehley e Peter Criss, dopo il loro successivo riallontanamento (…perché a loro volta non riuscivano a star lontani da altre abitubini non molto salutari!), dopo un continuo girovagare il mondo in tour, dopo raccolte, live, dvd biografici, cofanetti e memorabilia varie che migliaia di persone hanno comunque acquistato, giunge questo Sonic Boom tutto nuovo di zecca.
E sebbene nessuno ci sperasse più, in seguito anche alle dichiarazioni di Gene Simmons che non riteneva opportuno pubblicare un disco di inediti quando lo stesso sarebbe finito su internet prima della data di uscita, nel Novembre 2008 veniva a galla la notizia che la band stava comunque lavorando su dei pezzi nuovi.
Quindi produzione in mano a Mr. Paul Stanley, via le indecisioni del precedente lavoro in studio, cancellata qualsiasi velleità di ritorno agli eighties, soppressa qualsiasi voglia di sperimentazioni varie (chi ricorda Carnival Of Souls ?), i Kiss sfornano undici canzoni degne della loro miglior tradizione seventies, tutte su livelli qualitativi molto alti e senza alcun filler, che ben si abbinano alla copertina di questo lavoro che richiama quella di Rock And Roll Over, peraltro opera dello stesso autore Michael Doret.
La presenza di due validissimi professionisti come Eric Singer e Tommy Thayer (quest’ultimo per la prima volta presente interamente su una nuova studio release sin dal suo ingresso nella band, datato 2002, dopo solo alcune comparse come ospite ed autore in questa sede di una performance davvero eccezionale specie in fase solista) supporta questa sorta di revival in maniera efficace; i due musicisti si sono perfettamente calati nei panni dei loro predecessori, pur imprimendo con la dovuta discrezione la loro personale identità, specialmente nei due brani da loro composti e cantati e che ben figurano accanto alle composizioni dei due mastermind Simmons e Stanley.
Attirano particolarmente la nostra attenzione Modern Day Delilah che è l’opener giusta ed imprime il mood all’intero disco, preannunciando dove i nostri andranno a parare, ma è con Stand che Gene e Paul ci regalano un nuovo anthem che dal vivo farà sfracelli.
Insomma, s’infoltisce la schiera dei terribili vecchietti che se fossero italiani farebbero la felicità del nostro Istituto Nazionale Previdenza Sociale, perché di pensione per il momento non se ne parla proprio. Gran bel disco !!!

Voto: 8,5/10

Salvatore Mazzarella

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