L’Agglutination Metal Festival è ormai un appuntamento di vitale importante per il popolo metal della parte bassa della penisola italica. In quel di Chiaromonte prima e Sant’Arcangelo oggi, sempre in provincia di Potenza, si sono esibite dal vivo band del calibro di Overkill, Virgin Steele, Destruction, Tankard, Dismember, Gamma Ray e Dark Traquillity, senza dimenticare Fire Trails, Vision Divine, Domine, Labyrinth e tante altre ancora, che hanno consentito a questo evento di guadagnarsi l’appellativo di Gods Of Metal del Sud Italia.
L’ultima edizione, la quindicesima per l’esattezza, che porta questa manifestazione vicina alla maturità per il numero di anni di vita, ha visto come protagonista principale il mitico U.D.O., ex ugola degli Accept accompagnato dalla sua band. Dopo la mancata esibizione di diversi anni fa, hanno timbrato il cartellino anche i Vader, preceduti dagli Extrema, il Fabio Lione Project, i Forgotten Tombs, Fratello Metallo, i Trick Or Treat, gli Ecnephias ed i Symbolic.
La partenza della manifestazione è stata affidata ai Symbolic, una giovane band dalla rosee prospettive, autrice di un death metal particolarmente tecnico e dall’impatto molto forte. A seguire è toccato agli Ecnephias allietare il pubblico presente, che col passare dei minuti diveniva sempre più folto e numeroso.La temperatura, ha poi subito un ponderato aumento con l’esibizione dei Trick Or Treat, reduci dalla pubblicazione del brillante “Tin Soldiers”. La prova della band emiliana è stata assolutamente egregia, incentrata su ritmi veloci ed una rapidità d’esecuzione fuori dal comune. Palpabile in più d’un frangente la forte influenza degli Helloween dei tempi d’oro, ma aldilà di questo fattore, i Trick Or Trick hanno evidenziato una forte personalità, una buona tecnica ed una pregevole padronanza del palco.
C’era curiosità attorno all’esibizione di Fratello Metallo che non ha affatto deluso le attese. La prova nel complesso è stata assolutamente egregia, i musicisti che lo hanno accompagnato nello show hanno suonato con disinvoltura, dimostrando una buona preparazione tecnica. Fratello Metallo poi, si è dimostrato del tutto a proprio agio sul palco dell’Agglutination, richiamando l’attenzione dei presenti con il retro della propria t-shirt con su scritto “667”, ovvero un numero in più del diavolo.
Accolti da un’atmosfera tetra, i Forgotten Tombs hanno ipnotizzato il pubblico dell’Agglutination con il proprio death metal iper tecnico e melodico allo stesso tempo. Eccellente la prova della band nella sua totalità, dotata di una forte personalità, ma con una forte strizzata d’occhio per lo stile ai primissimi Dark Tranquillity. Ottima la prova delle chitarre, ben modulate e dai suoni taglienti quanto pungenti contemporaneamente.
Ecco poi arrivare il momento del Fabio Lione Project, con il vocalist dei Vision Divine assoluto protagonista dello show. Fabio Lione è in forma smagliante e vola da una parte all’altra del palco. Partenza in grande stile, grintosa ed aggressiva, lo show viene aperto dalla musica dei Whitesnake, seguita dalla splendida “Streets Of Laudonia” dei Vision Divine, più massiccia rispetto alla versione originale. Passando per Bon Jovi ed il successivo duetto tra Lione e la guest Ilaria Geniola, si arriva agli Iron Maiden con “Wasted Years” e “Fear Of The Dark” che chiude lo spettacolo.
Aumenta il caldo con l’esibizione degli Extrema che si esibiscono sul palco dell’Agglutination per la prima volta nel proprio percorso artistico. Forti dell’ottimo “Pound For Pound”, Tommy Massara e compagni donano all’ultimo lavoro in studio la prima parte della propria esibizione, lasciando estasiati i tanti presenti. La band è in grandissima forma, GL Perotti è il solito animale da palco, Tommy Massara è inarrestabile e la sezione ritmica è un autentico rullo compressore massacrante. Il precedente “Set The World On Fire” viene omaggiato con “Six, Six, Six, Like Sex, Sex, Sex”, “New World Disorder, “Second Coming” e “Nature”, dal repertorio passato invece vengono riproposte “Generation”, “All Around”, “This Toy” e “Money Talks”, mentre la chiusura è affidata alla cover dei Motorhead “Ace Of Spades” per un autentico massacro collettivo.
Si arriva alle zone alte del palinsesto con la salita sul palco dei Vader, che mostrano sin dalle prime battute una padronanza del palco incredibile. La formazione polacca è un insieme d’ingranaggi ben oleati, i singoli componenti della band si muovono su sincronismi perfetti e la loro musica è un’autentica dichiarazione di guerra. Lo spettacolo, rende omaggio prevalentemente all’ultimo “Necropolis” che in versione live mostra una buona attitudine, ma viene dato ampio spazio anche al repertorio più datato dei Vader, accolto dai tanti fan con scroscianti applausi ed autentiche ovazioni.
Il momento più atteso della serata, è rappresentato dall’esibizione di U.D.O., ovvero, l’ex cantante dei mitici Accept. La prova dell’artista tedesco da un punto di vista prevalentemente tecnico, è stata assolutamente eccellente, più che professionale e priva di pecche, anche i vari componenti della band si sono ben mossi, dando vita ad uno spettacolo scorrevole nel complesso, se pur freddo in alcuni frangenti, ma non privo d’intensità. La scaletta, non ha reso onore all’ultimo lavoro “Dominator” di prossima uscita, ma si è soffermata sui classici di U.DO., con “Thunderball” ed “Holy” tra i momenti più caldi e sentiti dell’intera giornata, oltre ai pezzi più conosciuti degli Accept. Autentica ovazione poi durante le note di “Balls To The Walls” per un’esecuzione da brividi.
Ancora un plauso infine all’organizzatore Gerardo Cafaro, per un’edizione del festival priva di pecche. Lunga vita all’Agglutination.
report di Maurizio Mazzarella
foto di Salvatore Mazzarella
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