Parola d'ordine: "heavy metal". La musica dei Macbeth può essere sintentizzata nel proprio complesso con questo concetto. Questo nuovo disco, edito per la Massacre Records, vede la band picchiare duro senza sosta, estremizzando ulteriomente il concetto di heavy metal. Fondamantelamente, i Macbeth non scoprono nulla, i punti in comune con band del calibro di Grave Digger e Rebellion sono tanti ed evidenti, ma questo non toglie meriti ai Macbeth, una band coerente, capace di fare del buon heavy metal. Andando dritti al sodo, "Gotteskrieger" è un buon album, ben prodotto e ben suonato ed i Macbeth tecnicamente suonando in modo impeccabile, tutte carattristiche che rendono questo prodotto discografico particolarmente appetibile. Passando all'album nel particolare, la partenza è affidata a "Unter dem beil", un pezzo potente ed energico, impostato su un sound granitico ed impenetrabile abbolto da una struttura granitica ed impenetrabile senza eccessivi virtuosismi, "Hunde wollt ihr ewig leben" a seguire, vede i Macbeth estremizzare ulteriormente il proprio stile, pigiando fortemente sull'acceleratore, puntando una su una sezione ritmica massacrante e possente, "Das boot" invece, decolla in modo armonico, assestandosi su ritmi ponderati, ma sempre incisivi e pungenti, con una maggiore protensione verso l'intensità e la melodia nella parte iniziale ed una successiva sterzata più energica nel proseguo. "Golgatha" è contrassegnato da un inizio introspettivo, dove sono le chitarre a svolgere un ruolo fondamentale, aspetto determinante per tutto il brano, dove viene ulteriormente rimarcata la rigidità complessiva dei Macbeth, abili a destreggiarsi su modulazioni differenti, passando per "Vater", strumentale ispirato ed intenso, "Gotteskrieger" giova di uno strarodinario dinamismo e si adagia su una struttura perfetta e su un'articolazione maestosa, dove viene rimarcato un arrangiamento curato anche nel più piccolo dei particolari, mentre "Maikaefer flieg" è in assoluto l'episodio che più rende onore alle ottime qualità tecniche e compositive della band. Nella parte finale del disco, "Mein kleiner soldat" recupera un sound ed uno stile prevalentemente tradizionale e datato, ma sempre efficace, differentemente "Totentanz" nella sua maestosità, evidenzia la dimensione più versatile dei Macbeth che pongono la parola fine a "Gotteskrieger" con la conclusiva "Am Grab", canzone che racchiude in modo egregio le peculiarità complessive di un disco assolutamente consigliato ai fruitori di queste sonorità.
Voto: 7/10
Maurizio Mazzarella
Voto: 7/10
Maurizio Mazzarella
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