Ansa News

giovedì 17 settembre 2009

HAVOK - Burn


Attivi dal 2004 e provenienti dagli Stati Uniti d'America, più precisamante da Denver, nello stato del Colorado, gli Havok giungono con "Burn" al proprio esordio discografico. La ricetta della band è un concentrato di grande thrash, sulla scia di Metallica, Megadeth, Anthrax e Testament. Andando dritti al sodo, "Burn" è un grande disco per il settore, ben prodotto e ben suonato, con l'ulteriore capacità di riportare al presente sonorità mai defunte e che risultano sempre più attuali. Passando ad analizzare il disco più nel dettaglio, la partenza è affidata allo splendido strumentale "Wreckquim", melodico e seducente, "The Root of Evil" a seguire, è un pezzo compatto e dall'impatto molto forte, impostato su un muro sonoro granitico, quasi impenetrabile, impreziosito da un pregevole lavoro delle chitarre, "The Path to Nowhere" è un brano dai forti contenuti tecnici, strutturato ed articolato in modo impeccabile, "Morbid Symmetry" invece, rispolvera sonorità datate e particolarmente tradizionali, ma sempre dall'effetto assicurato. Nel proseguo del disco, "Identity Theft" è pezzo complesso, ma dalla presa facile, assestato su ritmi incisivi e pungenti, "The Disease" è in assoluto il pezzo più estremo del disco, dove si nota il pregevole contributo della sezione rimtica, differtemente "Scabs of Trust" evidenzia una rapidità d'esecuzione incredibile, mentre "Ivory Tower" sembra un pezzo partorito dai Testamente degli esordi. Nella parte finale del disco, "To Hell" è un tributo ai Megadeth dei tempi d'oro, stesso discasi per "Category of the Dead" con in più qualche piccola traccia di Anthrax, "Melting the Mountain" è un autentico massacro impostato su trame strumentali martellanti, la conclusiva "Aferburner infine, nel suo ricordare i Metallica di "Ride the Lighting", riassume le peculiarità di un disco altamente consigliato agli amanti del thrash anni ottanta.

Voto: 7/10

Maurizio Mazzarella

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