E' un gran bel disco questo ultimo lavoro dei Collective Soul, l'ottavo della loro carriera, dove la band americana osa e si prende dei rischi. Ne viene fuori un prodotto discografico di grande valore artistico e dall'enorme potenziale commerciale, che meritebbe di raggiungere ampi consensi, a cospetto di band di blasone che vendono tantissimo, ma che però non sfornano affatto musica di qualità e di buon livello a prescindere dai numeri. I Collective Soul affondano le proprie fondamenta nel rock alternativo e nel post grunge, provano ad infarcire il tutto con un sound fortemente moderno ed all'avanguardia, adottando con ponderatezza diversi suoni campionati e questo conferma come la band sia molto in avanti in fatto di sonorità. "Welcome All Again" apre "Collective Soul" e si evidenzia subito come un potenziale hit di successo, anche "Fuzzy" a seguire, è un pezzo frizzante e scorrevole che si ascolta con piacere, pur non scoprendo nulla di nuovo per essere onesti, "Dig" è un brano più aggressivo, dove la band indurisce il proprio stile e prova a graffiare senza esagerare, "You" invece, è una pregevole canzone dai connotati morbidi e dall'atmosfera ipnotizzante, l'ideale per un telefilm alla Dawson's Creek. "My Days" vede i Collective Soul osare e sperimentare, senza andare oltre confini eccessivi, puntando molto su un ritornello coinvolgente, "Understanding" affonda le radici in uno stile più tradizionale, ma sempre molto efficace, "Staring Down" è un altra canzone destinata alle enormi platee di adolescenti, mentre "She Does" è forse l'episodico che più rimarca le buone qualità complessive della band. Nel finale del disco, "Lighten Up" è un episodio privo di punti di riferimento, dove sono determinanti le chitarre, "Love" sembra uscito da un disco dei Muse e la finale "Hymn For My Father" sintetizza i contenuti di un disco che nel complesso scorre in modo fluido e si lascia apprezzare dall'inizio alla fine.
Voto: 6/10
Maurizio Mazzarella
Voto: 6/10
Maurizio Mazzarella
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