Ansa News

venerdì 8 luglio 2011

PRIMAL FEAR: titolo e data di pubblicazione del nuovo album


Il nuovo album dei PRIMAL FEAR si intitolerà “Ubreakable” e uscirà il 20 gennaio 2012 per Frontiers Records. Il disco verrà prodotto da Mat Sinner e missato da Achim Koehler. Le registrazioni inizieranno Domenica 10 luglio presso gli studi House Of Music.
Questi alcuni titoli dei pezzi che saranno presenti sul lavoro: “Give ‘Em Hell“, “And There Was Silence“, “Where Angels Die“, “Born Again“, “Strike“.

Metalitalia

SEBASTIAN BACH: artwork e tracklist di ‘Kicking & Screaming’


L’ex cantante degli SKID ROW Sebastian Bach pubblicherà il nuovo album solista “Kicking & Screaming” il 27 settembre su Frontiers Records. Il CD è stato prodotto da Bob Marlette (BLACK SABBATH, SHINEDOWN, ATREYU, FILTER) e masterizzato al Precision Mastering di Los Angeles da Tom Baker.

Questa la tracklist:

01. Kicking & Screaming
02. My Own Worst Enemy
03. TunnelVision (featuring John 5)
04. Dance On Your Grave
05. Caught In A Dream
06. As Long As I Got The Music
07. I’m Alive
08. Dirty Power
09. Live The Life
10. Dream Forever
11. One Good Reason
12. Lost In The Light
13. Wishin’

Bonus tracks:

14. Jumpin’ Off The Wagon (on physical CD/DVD editions only)
15. Ain’t There Yet (iTunes exclusive)

Metalitalia

Obscura, il bassista lascia


Jeroen Paul Thesseling (attualmente anche in forza nei Pestilence) ha lasciato i tedeschi Obscura.

Jeroen Paul Thesseling ha scritto precedentemente:

"A causa delle ripetute sovrapposizioni con impegni che riguardano il mio lavoro ho deciso di lasciare gli Obscura. A parte la mia disponibilità limitata che mi ha tenuto lontano dal tour negli ultimi mesi, sento di dover prendere nuove direzioni per quel che riguarda il mio sviluppo musicale.
Guardando indietro, la cooperazione con gli Obscura è stata positiva e piena di successi. Tuttavia è tempo di andare avanti e trovare nuove sfide e opportunità per la mia carriera musicale. Desidero ringraziare tutti i fan che ci hanno supportato e auguro agli Obscura tutta il meglio per il loro lavoro futuro."

Metal.it

Disco solista per Jeff Loomis


Dopo la recente separazione dai Nevermore, il chitarrista Jeff Loomis entrerà in studio il 23 agosto per registrare un album solista. Alla batteria lo affiancherà Dirk Verbeuren dei Soilwork, ed alcune canzoni saranno cantate da Christine Rhoades, che già aveva cantato su "Dreaming Neon Black" dei Nevermore.

Metal.it

BLUT AUS NORD - The Mystical Beast Of Rebellion


Impressionante, terribile, terrificante fin dalla copertina (quella specie di creatura sembra davvero reale e spuntata dall’inferno…) la ristampa del terzo album degli storici blacksters francesi, appena passati alla nuova etichetta Debemur Mortis Production (…un nome, una garanzia!) che ha deciso di riproporre questo lavoro, da alcuni snobbato, da altri preso in considerazione come autentico masterpiece del movimento black d’oltralpe. Certo è che questa divisione scaturisce da quello che all’epoca, nel 2001, fu un lavoro più sperimentale rispetto al passato e come sempre, in questi casi, sarà stato osteggiato da quella frangia di pubblico più conservatrice. Quello che si ascolta nel primo disco, la ristampa vera e propria, è un black metal terribile, intenso, con batteria in perenne blastbeat, chitarre a manetta ed una voce ferale,ossianica, angosciante più che mai, proveniente dal girone più incandescente dell’inferno. Per l’occasione viene aggiunto un secondo cd, il cui materiale è stato composto per l’occasione, con tre lunghissime tracce (la terza sfiora i 20 minuti) dove l’approccio compositivo si fa più ragionato, virando verso atmosfere drone o doom che dir si voglia, certo anche queste ossessive fino alla morte. Una band da scoprire per chi ama il black e non la conosceva o comunque da riscoprire nuovamente grazie a quest’ottima ristampa.

Voto: 8/10

Salvatore Mazzarella

BULLET FOR MY VALENTINE: recupero data posticipata


BULLET FOR MY VALENTINE hanno rischedulato la data del 29 giugno che era stata cancellata a causa di un mal di gola che aveva colpito il cantante/chitarrista Matt Tucker.

La band inglese ci ha confermato che sarà in Italia il 25 luglio prossimo ai Magazzini Generali di Milano.

Lo show aveva già registrato in prevendita il “tutto esaurito” per cui non sarà possibile acquistare biglietti in cassa il giorno del concerto.

ATTENZIONE: Il biglietto con la dicitura del “29 giugno Alcatraz Milano” rimane valido anche per la nuova data del 25 luglio ai Magazzini Generali.

Di seguito i dettagli della nuova data:

BULLET FOR MY VALENTINE

25.07 MILANO, Magazzini Generali [SOLD OUT!!]

Inizio concerti: ore 20.00
Apertura porte: 19.00

http://www.livenation.it
http://www.liveinitaly.com

Comunicato Stampa

MOONRISE - Intervista alla Band


Intervista ai nostrani Moonrise in occasione della pubblicazione del loro ultimo lavoro in studio "Under The Flight Of Crows":

Siete appena usciti sul mercato discografico con un nuovo album in studio, potete presentarlo ai nostri lettori?

-“Under The Flight Of Crows” prende vita dopo un percorso molto travagliato, abbiamo subito diversi cambi di line-up finchè la formazione si è stabilizzata nel 2007; l’album contiene 7 tracce alcune di queste ormai datate (sono state composte 5-6 anni fa) altre più recenti, le registrazioni sono iniziate a Dicembre 2009 nei nostri Dark Moon Studios e si sono protratte fino a Settembre per svariati problemi lavorativi e logistici tra cui il trasferimento della sala prove, a Ottobre siamo entrati negli Hate Studio dei super pro Luca e Icio ed abbiamo terminato le prese della voce, mixato e masterizzato il disco.

Come è nata la vostra band e quali sono le vostre origini?

-In breve : Il progetto MOONRISE nasce nel 1999 dalle ceneri dei Deathstroyer formati dai chitarristi Gabriele, Fabio V. Marco M. e Stefano alla voce. Dopo poco tempo viene sostituito Stefano con Marco B. Con la nuova line-up, nascono ufficialmente i Moonrise. Nel 2001 registiamo la prima demo The light inside. Nel 2003 registriamo il promo cd “after the sun set “ con Mirko alla batteria. Fino arrivare ai giorni nostri con il debut album con i nuovi componenti Fabio B alla batteria e Davide alla chitarra.

Come è nato invece il nome della band?

-Nulla di trascendentale , il significato in italiano ci piaceva, tradotto suonava bene ,quindi l’abbiamo tenuto

Ci sono delle tematiche particolari che trattate nei vostri testi o vi ispirate alla quotidianità in genere? Che peso hanno di conseguenza i testi nella vostra musica?

-Non ci sono tematiche particolari , nel senso che ogni testo ha una storia a sè, qui di seguito mi limiterò a descrivere di un paio di testi per non appesantire la lettura della recensione Under the flight of crows è un testo liberamene ispirato al libro “Se questo è un uomo “ di Primo Levi , un libro in cui si racconta con estrema lucidità e una precisione chirurgica la sofferenza del campo di concentramento dove era stato rinchiuso l’autore. Nella nostra canzone ho cercato di ricreare quelle atmosfere, quelle sensazioni che sono raccontate nel libro. In Dressed with our dream l’ispirazione è venuta da un titolo di un articolo di cronaca , ma il testo non parla di un fatto preciso ma si limita a seguire la sofferenza che segue di chi rimane in vita, del tormento dei ricordi , dell’incapacità di riuscire a realizzare i sogni e i progetti perché il tempo a nostra disposizione non ce lo concede. I testi, dal lato puramente di stesura e composizione, non hanno nessun peso sulla nostra musica, perché vengono aggiunti a canzone praticamente finita. Dal lato invece lirico ne hanno molto, perché ogni canzone, grazie al testo, acquista un significato ed emozioni, che la rendono unica.

Quali sono gli elementi della vostra musica che possono incuriosire un vostro potenziale ascoltatore e quali sono quindi le qualità principali del vostro nuovo album?

-Non ci sentiamo di appartenere ad un genere in particolare, si nota anche dalle recensioni in cui si cerca di darci un’etichetta ma alla fine ne abbiamo troppe! Si scrive che facciamo death melodico, death scandinavo, heavy, thrash, black, doom, tecnica death… Penso che possiamo essere adatti ad un pubblico a cui piaccia il metal nelle sue mille sfaccettature, sicuramente le tracce sono tutte differenti tra loro.

Come nasce un vostro pezzo?

-Sala prove, scaletta iniziale per scaldarci poi viene proposto o un riff di chitarra o un giro di batteria, da li abbozziamo un primo arrangiamento e costruiamo le varie parti del brano, ognuno da il suo apporto e questo è fondamentale. Per fare un pezzo possiamo metterci 3-4 prove come 6 mesi…

Quale è il brano di questo nuovo disco al quale vi sentite particolarmente legati sia da un punto di vista tecnico che emozionale?

-Sicuramente la title-track è quella a cui siamo più legati, in un unico brano fondiamo vari generi ed è stato creato quando la line-up era ormai solida ed affiatata, l’abbiamo scelta come apertura del CD e spesso apriamo i live, la riteniamo un nostro cavallo di battaglia.

Quali band hanno influenzato maggiormente il vostro sound?

-Troppe per menzionarle tutte e di conseguenza nessuna! Per generalizzare direi Death, Carcass, primi In Flames e Dissection. In molte recensioni ci sono paragoni ad artisti di cui non conoscevamo nemmeno l’esistenza, quindi penso che chi ci ascolta tenti di trovare qualcuno a cui paragonarci ma alla fine non lo trova!

Quali sono le vostre mosse future? Potete anticiparci qualcosa? Come pensate di promuovere il vostro ultimo album, ci sarà un tour con delle date live?

-Stiamo lavorando sul materiale nuovo, probabilmente sarà più ostico di Under the Flight of Crows, il 4/4 non entra spesso nella nostra sala prove. Faremo sicuramente dei live, ci stiamo sbattendo per trovare spazi visto che il metal è ancora additato come la musica dei teppisti (vedi l’annullamento del festival di Camisano) e i locali vogliono solo cover band, un insulto all’originalità.

E’ in programma l’uscita di un album dal vivo o magari di un DVD?

-No.

Come giudicate la scena musicale italiana e quali problematiche riscontrate come band?

-Ci sono moltissime band valide in Italia, la scena metal esiste ed è solida ma la promozione della nostra musica non è per niente semplice, pochi locali in cui suonare e il cachet molto spesso è ridotto ad un panino ed una birra, l’interesse nel genere è piuttosto scarso a causa anche dei pregiudizi delle persone.

Internet vi ha danneggiato o vi ha dato una mano come band?

-Sicuramente ci ha dato una mano, possiamo farci conoscere nel mondo praticamente gratis, ovviamente dopo pochi giorni dall’uscita il disco era già nei siti di download pirata ma non credo ci porti danni monetari…

Il genere che suonate quanto valorizza il vostro talento di musicisti?

-Penso che il metal possa essere suonato solo da chi ha padronanza del proprio strumento, noi siamo musicisti per passione quindi cerchiamo sempre si spingere al massimo le nostre performance, fare metal di un certo tipo comporta studio e sudore ma il risultato da sicuramente soddisfazioni!

C’è un musicista con il quale vorreste collaborare un giorno?

-Vorrei che Nick Barker suonasse un brano con i Moonrise, e Peter Tägtgren

Siamo arrivati alla conclusione. Vi va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?

Quello che ci sentiamo di dire è di supportare il più possibile la musica metal e la scena italiana. Ringraziamo voi per lo spazio dedicato, e i lettori per il tempo dedicatoci.

Maurizio Mazzarella

SOL INVICTUS - The Cruellest Month


Dopo sei anni piove di nuovo cenere e i corvi riprendono a volare! Ritornano i Sol Invictus di Tony Wakeford, colui dalle idee sempre apocalittiche, oscure, neofolk, dark e marziali. "The Cruellest Month" è un lavoro decadente, ma con flebili sfumature nei pezzi. In sostanza è un album statico e che ripete gli schemi tipici dei Sol Invictus. Attraversare con i sensi questo album significa volersi estraniare, proiettarsi in un mondo semi fantastico ma ubicato in lande desolate e battute dal vento. "The Cruellest Month" probabilmente nasce da una profonda riflessione, sono passati pur sempre sei anni; infatti lo stesso Wakeford dichiara che l’album medita sull’invecchiamento e il declino degli individui, gli imperi e gli stati. Tredici inni imperniati sul ritmare della chitarra acustica, sintetizzatori come tappeti, fiati, percussioni scandite e la voce di Wakeford a celebrare questi inni a metà tra il dark-new wave e il folk. I Sol Invictus provano così a chiarire la questione se “ la crudeltà della vita è semplicemente un riflesso della crudeltà di dio o se siamo semplicemente crudeli per amore della crudeltà”: la conclusione di Wakefrod è che “si tratta di una utopica zona franca”. Certamente occorre un po’ di buona volontà per entrare nell’ottica polverosa di "The Cruellest Month", le melodie sono palesi ma non sempre riescono a balzare ad un livello massimo come capita con “To Kill All Kings”, che monta verso l’apocalisse, come del resto fa “Fool’s Ship” o la versione di “The Blackleg Miner” un classico del folk. L’album ha tanto da dire, ma non lo fa con parole nuove, cosa che non deluderà gli appassionati.

Voto: 7/10

Alberto Vitale

DAMA – Eirwen


I Dama sono un parto della volontà artistica di Barbara Schera Vanoli, cantante, e Pierfrancesco Tarantino, batterista e arrangiatore. Loro provengono da Milano e dintorni ed "Eirwen" è un debutto di un certo spessore, per il materiale musicale ma anche per la quantità di quest'ultimo. Infatti "Eirwen" è strutturato in due CD: il primo prende il titolo di "Immaginario", otto pezzi, mentre il secondo ha per titolo "Imaginary", cantato in inglese, e propone sette pezzi, con alcuni del primo disco. I Dama si destreggiano tra gothic, rock e il cantato d’autore, il tutto studiato con l'intenzione di creare spesso situazioni e atmosfere romantiche, intimiste ed emotive. L'idea di realizzare un album in doppia lingua è stata una scelta importante, anche nel trovare un'etichetta disposta a concedere loro attenzione; lo ha fatto poi la Ravenheart Records. "Eirwen" è un lavoro costruito attorno alla Vanoli, la quale ha il dono di una voce quasi celestiale e ben inserita nel tessuto musicale finendo con l'esservi in simbiosi. E' giusto dare il merito di menzione per il lavoro svolto agli altri tre musicisti, Danilo Di Lorenzo tastierista e anche tecnico del suono, il bassista Roberto Gelli e il chitarrista Cristian Comizzoli. “Regina d’Inverno”, “Aprile” sono pezzi sospesi tra il gothic e il rock, davvero sorprendente la delicatezza di “Scarlet Thoughts in Room”, realizzata con piano e voce. “Lei”, tanto bella da sembrare un tantino fuori contesto rispetto al tenore dell’album, mentre “Scatola di Vetro” è meno rock di quanto voglia far credere. C’è spazio anche per una cover, quella di “Live to Tell” di Madonna. “Eirwen” è un ottimo lavoro, però mi permetto di dire che realizzare un unico CD avrebbe offerto una coesione superiore. Soprattutto alla luce di alcuni pezzi davvero di classe che però a volte sono seguti da qualche trovata, per esempio “Seta” e “Ombre”, che ripercorre sound altrui, vedi ad esempio i Nightwish. Di questo i Dama non ne hanno bisogno, vista la loro bravura.

Voto: 7,5/10

Alberto Vitale